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26.06.2025 - 18:04
Secondo uno studio pubblicato su Nature Npj Sustainable Agriculture, il potenziale degli insetti nel ridurre il consumo di carne e le risorse necessarie per produrla è ancora molto limitato. L'idea di sgranocchiare grilli o vermi croccanti è ancora lontana dall'essere accettata dalla maggior parte degli occidentali. Nonostante più del 90% delle persone in Europa e Stati Uniti si dichiari aperto a provare alternative vegetali, solo il 20% si dice disposto a includere gli insetti nella propria dieta. Questo rifiuto è radicato in un contesto culturale che vede gli insetti come cibo esotico, tipico di alcune tradizioni culinarie del sud-est asiatico, come in Thailandia e Corea. Inoltre, le aziende sono riluttanti a investire in questo settore, creando un circolo vizioso: meno interesse da parte dei consumatori significa meno investimenti, e quindi meno sviluppo e diffusione di questi prodotti.
L'introduzione degli insetti nella dieta occidentale potrebbe rappresentare una svolta significativa nella lotta contro il cambiamento climatico. Ridurre il consumo di carne significherebbe diminuire le emissioni di CO2 e contrastare la deforestazione. Tuttavia, l'Occidente sembra non essere pronto per questo cambiamento. In Italia, ad esempio, i "novel food" hanno incontrato una forte resistenza governativa, in parte per motivi di sicurezza alimentare e in parte per proteggere la tradizione gastronomica nazionale.
Nonostante gli impegni presi alla Cop28 di Dubai nel 2023 per ridurre il consumo di carne del 50% entro il 2050, la realtà sembra andare in direzione opposta. In Cina, il miglioramento del tenore di vita porta a un aumento del consumo di proteine animali. In Europa, sebbene il consumo di carne sia in calo, anche il numero di vegani è diminuito, come riportato dai dati Eurispes del 2023. Persino celebrità come Lizzo e Miley Cyrus hanno abbandonato la dieta vegana, tornando a un'alimentazione onnivora.
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