VOCE
il convegno
27.06.2025 - 19:20
Siamo sempre più vecchi: realtà scomoda ma vera, e i dati lo confermano, tanto quanto il bisogno di chi, giorno per giorno, si prende e dovrà prendersi cura di noi. “C’è sempre più bisogno di queste strutture, le famiglie hanno necessità di punti di riferimento come questo”: c’erano la città, le istituzioni, i relatori, un tavolo forbito e preparato per festeggiare i primi dieci anni del centro servizi anziani di Rovigo, oggi pomeriggio nella sala convegni della casa di cura. Sfide aperte ma anche ottimismo e voglia di confrontarsi, attivamente, sulle prospettive che proprio il mondo delle Rsa si trova già ora davanti e che dovrà affrontare di anno in anno. Un modo unico per ricordare anniversario senza però fermarsi ma puntando dritti a una cura a 360 gradi, dell’anziano, dell’ospite assistito e della famiglia che ne consegna la cura al personale. Ha parlato di soddisfazione per il risultato raggiunto Stefano Mazzuccato, amministratore delegato casa di cura Città di Rovigo, insieme a Fabio Quadretti, direttore Csa: “Stiamo puntando sempre di più sulla formazione, vedendo modelli organizzativi sempre più pianificati sul bisogno del singolo ospite: sono sfide da portare avanti già oggi”. “È una struttura con il ruolo di estrema complementarietà con quella che è l’offerta pubblica, ci sono degli standard qualitativi importanti”, ha sottolineato il sindaco Valeria Cittadin, in apertura dell’incontro.
Indice demografico, calo nascite, metodi innovativi che strizzano l’occhio alla tecnologia ma anche il ruolo sempre più centrale di una formazione riconosciuta: questi i temi sul tavolo degli esperti. “Tra un invecchiamento posticipato, e una carenza delle nascite che fa sì che la media per donna in Italia sia dell’1,3% invece che del 2,1% - come indicato per ristabilire l’equilibrio demografico - il fenomeno dello sbilanciamento è ampio e riguarda moltissimi paesi, non solo il nostro. Sono sopra il 2,1%, paesi come l’Africa sub-sahariana” ha sottolineato Guglielmo Weber, dell’università di Padova, inquadrando il contesto.
Per Stefano Granata, presidente di Confcooperative, “l’assistenza non può fare a meno del capitale umano, il vero investimento futuro sarà questo. Oggi cura e assistenza non sono in cima ai pensieri e alle ambizioni delle generazioni vecchie e giovani. Bisogna dare riconoscimento sociale a questo mestiere in un paese che sta invecchiando”.
Se infatti la scarsità di personale costituisce la sfida su cui rilanciare il settore, c’è anche chi accoglie l’apporto, ha spiegato Bruno Micael Zanforlini, geriatra azienda ospedaliera universitaria Pd, delle frontiere della telemedicina, e chi invece afferma l’importanza di combattere la solitudine. “Viviamo in una provincia con l’indice invecchiamento più alto di tutta la regione, il fenomeno dell’abbandono e della grande solitudine per la fascia anziana c’è e va affrontato” ha aggiunto infatti Pierluigi Dal Santo, primario geriatria Ulss5.
Prima degli interventi, moderati dalla nostra giornalista Federica Viscusi, anche il vescovo Pierantonio Pavanello ha ribadito: “Le strutture socio assistenziali, come questa con i suoi 10 anni, sono fondamentali. Bisogna che l’assistenza pubblica si organizzi per rendere possibile l’assistenza anche a domicilio degli anziani, in certe situazioni, molte famiglie si trovano in difficoltà nell’accudire a casa ai propri cari”.
E, guardando al tessuto urbano di Rovigo, ha aggiunto: “È importante che queste strutture siano inserite in un contesto sociale cittadino, perché non diventino ghetti che isolino l’anziano ma realtà che interagiscano con il tessuto sociale circostante. La collocazione di questo centro servizi dentro Rovigo - ha concluso - è molto felice perché permette questa iterazione tra popolazione e ospiti”.
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