VOCE
SOCIALE
27.06.2025 - 17:54
Opportunità, dignità occupazionale, percorsi ma soprattutto possibilità per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità; fronti concreti, insomma, per un’inclusione che passa attraverso sanità e incentivi. Queste le corde fondamentali discusse ieri mattina in occasione della conferenza permanente regionale “Abili al lavoro”, promossa da Regione del Veneto e Veneto Lavoro in sala Bisaglia al Censer.
Fanno il giro dell’informazione le notizie di aziende e start-up innovative che coinvolgono sempre di più persone disabili nelle attività, fronteggiando il deserto occupazionale che a volte si profila per chi non riceve assistenza. Quali però i numeri effettivi, specie per il territorio polesano e veneto? “Sono circa 9 milioni di euro quelli investiti per gli incentivi volti all’assunzione all’interno delle aziende persone con disabilità, che si sommano ai due milioni e mezzo per i voucher lavorativi che fanno ammontare la cifra, insieme agli altri, a 14 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione”, ha sottolineato soddisfatta Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro. Ha aggiunto: “Al 31 dicembre 2024, guardando i dati dell’Osservatorio regionale mercato del lavoro del Veneto Lavoro, i lavoratori con disabilità occupati in Regione sono 36.540, il 9% in più rispetto a un anno prima. Tra il 2022 e il 2024, sono oltre 17mila le persone con disabilità che hanno partecipato a uno dei percorsi di politica attiva previsti dal programma Gol-Garanzia di occupabilità dei lavoratori.”
Strada battuta e promettente però da proseguire, non dimentica Mantovan: “Sappiamo che c’è ancora molto da fare. Per questo continueremo a lavorare in rete con tutti gli attori del territorio: 24mila sono in cerca di un’opportunità, solo settemila, però, cercano attivamente un posto di lavoro: a loro dobbiamo rivolgere il nostro impegno come istituzione.”
L’iniziativa, con cadenza annuale, è stata l’occasione proprio per leggere con la lente di ingrandimento le politiche regionali finalizzate a favorire l’attivazione e la partecipazione attiva nel mercato del lavoro, specie per le aziende che, per legge, sono tenute ad offrirne in base al numero di dipendenti. I datori di lavoro che impiegano più di 14 unità di personale, ad esempio, hanno l’obbligo di riservare un determinato numero di posti di lavoro alle persone con disabilità appartenenti alle categorie protette. La quota di assunzione è determinata sulla base delle dimensioni dell’organico aziendale: da 15 a 35 dipendenti, una persona con disabilità; dai 36 ai 50, due; oltre la cinquantina, l’obbligo è di riservare il 7% dei posti di lavoro a favore delle persone con disabilità e l’1% a persone di categorie protette (orfani, vedove, profughi italiani, eccetera).
A venire incontro, ha spiegato l’assessore alla Sanità e al sociale, Manuela Lanzarin, “i servizi di integrazione lavorativa delle aziende sanitarie. In questi sono attualmente inserite circa 7.500 persone; altre 400 hanno trovato un impiego con progetti innovativi e sperimentali, coprogettati grazie al terzo settore. Con il progetto del ‘Turismo sociale e inclusivo’ sono stati creati, solo nel 2024, 150 posti di lavoro nel settore dell’accoglienza turistica e attraverso l’aggiornamento della normativa regionale sulle Fattorie sociali, che presto sarà approvato dal Consiglio regionale per rendere ancora più espliciti questi percorsi, contiamo di poter creare molte altre occasioni di lavoro.”
L’obiettivo, ribadito durante gli interventi degli esperti intorno alla legge 68/1999 è uno: quello di garantire, nei limiti del praticabile, una sempre maggiore autonomia. “Bisogna mettere al centro la persona attraverso anche quello che è contenuto nel decreto legislativo 62/2024, recentemente illustrato e approfondito con il ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli, giunto a Rovigo proprio poche settimane fa”, ha aggiunto la consigliere regionale Laura Cestari.
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