Cerca

l’incontro

“Cercare il dialogo prima della forza”

A palazzo Roncale il confronto sul Ddl sicurezza con Gherardo Colombo e Manuela Fasolato.

“Con la violenza sembra risolversi tutto. Ma la Costituzione dice che prima di tutto c’è il senso di comunità”. Con queste parole l’ex magistrato Gherardo Colombo, invitato dal gruppo Cultura e spiritualità di San Bortolo, ha esordito a palazzo Roncale oggi, 28 giugno, per un momento di riflessione critica sul “Ddl sicurezza”, recentemente bocciato anche da par te della Corte di cassazione a causa di incongruenze interne.

“E’ abbastanza evidente - ha detto Colombo - che ci sono rapporti poco coerenti nel provvedimento che sembra basato sull’uso della forza che sappiamo essere poco produttivo; inoltre a una minaccia non si riesce a dare seguito diventando così aria fritta. La nostra Costituzione è inclusiva, cerca il dialogo, non usando forza e pretendendo poi obbedienza. Invece oggi la democrazia sembra intesa per chi comanda come il diritto di imporre ciò che si vuole”.

Il procuratore Manuela Fasolato ha introdotto il ddl sicurezza facendo riferimento a tecnicismi e normativa. “Definito dagli organi di stampa ‘scippo al parlamento’, si compone di 39 articoli, vengono introdotte norme incriminatrici che hanno un taglio in materia di sicurezza secondo disposizioni urgenti. Ci sono innovazioni anche in termini di aggravanti. Risulta essere un insieme tecnico eterogeneo e critico sotto il profilo dell’articolo 77 della Costituzione” ha detto.

“La storia dell’uomo è piena di discriminazioni. Lo è anche il decreto sicurezza. Con esso si stabilisce che le persone non possono frequentare determinati luoghi, tipo le stazioni, sia che siano state condannate sia anche solo denunciate. Prevede inoltre come reato la resistenza passiva in carcere. La volontà è di pretendere sempre e comunque obbedienza”. “Quando una norma - ha detto poi Fasolato - non viene sufficientemente misurata e meditata, può uscire con problemi legati alla sua applicazione e alle libertà fondamentali del cittadino”.

Al tavolo anche Pier Paolo Romani di “Avviso pubblico”: “Il merito del nostro pensare oggi va innanzitutto a Don Giuliano che da decenni ci dona una scuola di formazione gratuita, civica e pubblica. La mia riflessione va sulla parola ‘riforma’: di solito ci si pensa in senso migliorativo, ma da tempo la vediamo legata a cambiamenti peggiorativi. Se guardo alla sicurezza, sembra che la logica sia imporre, non educare, con una logica non di servizio ma di comando. Chiediamoci però cosa rientra nel tema della sicurezza. E perché invece non si parla in termini di sicurezza in merito a reati di criminalità diffusa senza vittima come evasione o corruzione?”

Colombo ha poi concluso con una riflessione sull’allargamento del potere dei servizi segreti che, secondo il ddl sicurezza, potrebbero anche commettere reati che arrivano alla organizzazione di associazioni terroristiche. Ha poi dialogato con il pubblico rispondendo a diverse domande. “A perdere, se si continua così, è la fiducia della cittadinanza nei confronti del sistema” ha infine detto Colombo.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400