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VERONA

Il cedro delle polemiche

Abbattimento o conservazione?

Il destino del cedro secolare di piazza Bra: un salto nel tempo tra storia e natura

Nel cuore di Verona, in piazza Bra, si erge un cedro secolare che, nel corso degli anni, è diventato un simbolo silenzioso della città. Oggi, 30 giugno, il suo destino è appeso a un filo, o meglio, a una radice. Gli esperti sono chiamati a decidere se abbattere questo gigante verde, a causa di un sollevamento delle radici che potrebbe indicare sofferenza, o se adottare misure per preservarlo. Un dilemma che non riguarda solo la botanica, ma che tocca anche le corde della storia e dell'identità cittadina. Se si decidesse per l'abbattimento, la piazza tornerebbe a un aspetto che non si vedeva da un secolo e mezzo. Era il 1870 quando piazza Bra, dopo un lungo testa a testa con piazza dei Signori, divenne la piazza più frequentata di Verona. All'epoca, la piazza era spoglia e si decise di arricchirla con un orologio e dei giardini, un progetto ambizioso che avrebbe cambiato per sempre il volto del luogo.

L'orologio fu un dono del conte Antonio Nogarola, che regalò al comune due quadranti da installare sui portoni della Bra. Tuttavia, l'inaugurazione del 2 giugno 1872 non fu priva di intoppi: l'orologio non funzionava correttamente e i rintocchi erano deboli e stonati, guadagnandosi il soprannome di "No g’a l’ora". Nel frattempo, il sindaco Giulio Camuzzoni, noto per il suo contributo al canale industriale della Zai, diede il via alla creazione dei giardini di piazza Bra. Tra polemiche e dibattiti, si optò per un triangolo di tre aiuole circolari con una fontana al centro. Gli alberelli piantati allora, alti una spanna, sono oggi i giganti che conosciamo.

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