VOCE
MONDO
30.06.2025 - 11:08
La recente mossa degli Stati Uniti di imporre un dazio del 10% su tutti i prodotti europei ha scatenato un acceso dibattito all'interno dell'Unione Europea. Con il presidente Donald Trump che rilancia la sua politica protezionistica, l'UE si trova a dover navigare tra la necessità di proteggere i propri interessi economici e la volontà di mantenere relazioni diplomatiche stabili con Washington.
La proposta di Trump è giunta come un fulmine a ciel sereno durante un incontro cruciale dei 27 leader europei, con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, che ha prontamente informato i colleghi della situazione. La risposta di Bruxelles è stata chiara: "Siamo pronti per un accordo, ma ci prepariamo anche all'eventualità di un mancato accordo soddisfacente", ha dichiarato von der Leyen, sottolineando la determinazione dell'UE a difendere i propri interessi.
All'interno del Consiglio europeo, le posizioni sono polarizzate. La Germania, rappresentata dal cancelliere Friedrich Merz, spinge per un accordo rapido, temendo le ripercussioni economiche di un conflitto commerciale prolungato. Al contrario, la Francia, con il presidente Emmanuel Macron, adotta un approccio più cauto, preferendo un'intesa che non comprometta gli interessi fondamentali dell'UE. Macron ha dichiarato che "il risultato migliore sarebbe quello di dazi zero", ma ha anche avvertito che l'Europa è pronta a compensare eventuali svantaggi imposti dagli Stati Uniti. L'UE sta considerando un approccio "tipo formaggio svizzero", con esenzioni per settori chiave come la siderurgia e l'automobile, per mitigare l'impatto dei dazi. Con il 9 luglio come data limite per un possibile accordo, il tempo è un fattore cruciale. Antonio Costa, presidente del Consiglio d’Europa, ha sottolineato l'importanza di fornire certezze agli investitori e alle aziende europee.
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