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allerta meteo
01.07.2025 - 20:55
L’ondata di calore continua a far ribollire il Polesine e mezza Italia. La pioggia caduta nel nord del Veneto non ha intaccato la cappa di afa e temperature africane che durano ormai da parecchi giorni, le previsioni annunciano possibili temporali e calo delle temperature a partire da venerdì e sabato prossimi. Tante le città da bollino rosso e anche in Polesine le temperature continuano ad essere sopra i 35 gradi. Malori si susseguono nei luoghi di lavoro, come avvenuto ieri a Vicenza, e per questo le istituzioni corrono ai ripari.
E ieri a fronte dell’ondata di calore che sta interessando il Veneto, il Presidente della Regione, Luca Zaia, ha emanato un decreto che mira a tutelare la salute dei lavoratori esposti a temperature elevate e a radiazioni solari, in particolare quanti operano all’aperto o in ambienti non climatizzati. Il provvedimento, che recepisce le “linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare”. Viene, suggerito di prevedere rotazioni del personale per ridurre i tempi di esposizione al caldo, garantire adeguata idratazione e sorveglianza sanitaria, adottare abbigliamento e dispositivi di protezione idonei. L’individuazione delle fasce orarie più critiche deve basarsi su indici riconosciuti a livello internazionale.
Zaia ha firmato l’ordinanza che vieta il lavoro all’aperto nelle ore più critiche, “Salvaguardare la salute viene prima di tutto”, “Oggi - ha detto - ho firmato un’ordinanza importante, che introduce misure urgenti e concrete per proteggere la salute di chi lavora sotto il sole. Si tratta di una misura necessaria, per tutelare i lavoratori esposti al sole, rivolta ai settori dell’agricoltura, dell’edilizia e delle cave. Il provvedimento è mirato e si applica solo quando è davvero necessario: dal 3 luglio al 31 agosto sarà vietato svolgere attività lavorative all’aperto tra le 12.30 e le 16 ma esclusivamente nelle aree del Veneto in cui, secondo i dati scientifici aggiornati in tempo reale dal portale Worklimate, viene rilevato un livello di rischio ‘alto’ per i lavoratori esposti al sole e impegnati in attività fisica intensa”.
L’ordinanza si estende anche alle lavorazioni svolte in ambienti chiusi non climatizzati, se condizionate dal calore esterno. Sono invece escluse, pur con obbligo di protezione adeguata, le attività urgenti di pubblica utilità e di protezione civile, per le quali è comunque richiesta la valutazione del rischio da parte del datore di lavoro. “Ma non basta la norma. Il caldo colpisce anche chi non lavora: penso agli anziani soli, alle persone più fragili, a chi vive in condizioni difficili. Per questo faccio un appello alla cittadinanza: diamo una mano a chi ci sta vicino, attiviamo un controllo di vicinato, non lasciamo nessuno solo. Anche un piccolo gesto può salvare una vita”.
E a tutela del lavoratori nei campi si è mossa anche la Coldiretti. Con circa mezzo milione di lavoratori impegnati nelle campagne di raccolta estive lungo la Penisola è importante adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare rischi alla salute legati al caldo torrido, dall’utilizzo dei dispositivi di protezione alla possibilità di organizzare il lavoro iniziando la mattina presto o sfruttando le ore notturne. Su iniziativa dell’Agribi - l’ente bilaterale per l’agricoltura di Verona - è disponibile un kit con borraccia termica e cappello di paglia a tesa larga per prevenire i colpi di calore nei campi, che causano ogni anno infortuni gravi. Lo stesso ente ha proposto un’intesa con le sigle sindacali che prevede la possibilità di modificare gli orari di lavoro nei periodi di grande calura in caso venga dichiarata l’allerta da parte dello Spisal o della Regione Veneto.
“A rischio anche quei lavoratori stranieri e spesso stagionali, strategici per il settore, che devono rispettare prescrizioni religiose - spiega Carlo Salvan presidente di Coldiretti Veneto - Per loro l’attenzione è costante e adeguata alle loro esigenze”.
L’iniziativa anticipa il prossimo provvedimento regionale in fase di scrittura da parte degli uffici competenti e oggetto di una riunione urgente del Comitato regionale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro alla presenza dell’assessore alla sanità Manuela Lanzarin che ha condiviso con tutte le parti sociali le motivazioni dell’ordinanza che disporrà la sospensione dell’attività lavorativa in determinate fasce orarie più critiche per i colpi di calore.
Coldiretti Veneto auspica che a livello nazionale siano confermate anche per il 2025 misure di sostegno straordinarie per i lavoratori e le aziende agricole come la possibilità di ricorrere, in caso di attività sospesa nelle fasce di orario che saranno individuate dalla regione, alla cassa integrazione per gli operai agricoli in deroga alla cassa integrazione ordinaria.
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