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Romea
01.07.2025 - 06:53
Lungo i poco meno di 130 chilometri della Romea, da Ravenna a Mestre, nel corso degli anni i lutti si sono susseguiti numerosi. Fino a rendere difficile il calcolo. Nel 2006, secondo i dati Aci e Istat, si è laureata la strada più pericolosa d’Italia, con 1,70 incidenti per chilometro e 0,10 morti per incidente, quindi 0,17 morti per chilometro.
Come ha ricordato il sindaco di Chioggia Mauro Armelao appena un mese fa, a margine della riunione congiunta Comitati provinciali per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di Venezia e Rovigo, presieduti rispettivamente dal prefetto di Venezia Darco Pellos e dal prefetto di Rovigo Franca Tancredi, “nell’ultimo quinquennio, 600 incidenti e 21 morti, credo che questi numeri non abbiano bisogno di ulteriori approfondimenti, chiaro che non possiamo stare a guardare, chiaro che dobbiamo mettere in campo tutto quello che possiamo, ma in attesa dei progetti futuri, della messa in sicurezza che sta già andando avanti da parte di Anas, noi dobbiamo utilizzare tutti i mezzi che abbiamo a disposizione”.
E, esattamente il giorno dopo, commentando la presentazione da parte di Anas dei risultati dello studio sui flussi di traffico lungo la SS 309 Romea, nell’ambito del percorso per la definizione del miglior tracciato per la nuova variante alla statale, la vicepresidente del Veneto e assessore alle Infrastrutture e Trasporti, Elisa De Berti commentava: “Con un traffico giornaliero medio con punte di circa 27.000 veicoli, il 13% dei quali mezzi pesanti, la Romea è tra le strade più pericolose d’Italia, con un triste primato anche in tema di incidenti, spesso purtroppo mortali”.
Solo nell’ultimo mese, senza contare la tragedia di ieri, ci sono stati schianti, con feriti, a Codevigo, a Punta Alberete, a Vaccolino, a Porto Garibaldi, a Taglio di Po, a Ravenna, a Comacchio. Uno stillicidio.
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Nel “Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali del Veneto” di Unioncamere del Veneto e Uniontrasporti, la variante alla Romea occupa i primi posti fra i desideri degli imprenditori che sono stati intervistati per realizzare la pubblicazione, uscita nel febbraio dello scorso anno.
“La Strada Statale 309 Romea - si rimarca - è uno dei tratti stradali più pericolosi d’Italia per incidentalità e indice di mortalità. Lungo i 127 chilometri che collegano Ravenna a Mestre transitano giornalmente circa 18 mila veicoli, di cui il 35% è rappresentato da veicoli pesanti. Il traffico che collega la dorsale adriatica all’est Europa trova in questo tratto stradale l’unica alternativa non a pagamento alla direttrice autostradale A13 Bologna-Padova. L’ingente traffico veicolare si riversa su un’arteria inadeguata per dimensioni e per stato di conservazione del corpo stradale e quindi insufficiente a soddisfare le esigenze del territorio".
"Attualmente, infatti, la carreggiata è composta da un’unica corsia per senso di marcia larga circa 3,5 metri e da una banchina larga circa 1,5 metri. Inoltre, in più tratti stradali la pavimentazione presenta un avanzato stato di degrado, con elementi di ritenuta non più adeguati al traffico esistente. Infine, molti tratti stradali sono caratterizzati da pericolose intersezioni a raso con la viabilità secondaria, in particolare nel tratto veneto compreso tra Mestre e Chioggia”.
Va pur detto che, in attesa che vengano diffusi i dati con articolazione locale degli incidenti nel corso del 2024, che nell’ultima riunione dell’Osservatorio per il monitoraggio dell’incidentalità stradale della Prefettura di Rovigo non sono nemmeno stati anticipati, nel 2023 in Veneto ci sono stati 12.774 incidenti stradali, in calo rispetto ai 13.220 del 2022. E calano anche i feriti, da 17.286 a 16.994, ma, soprattutto, i morti, anche se in misura minore, da 321 a 309.
Anche in Polesine, fortunatamente, i morti in incidenti stradali sono scesi da 22 a 14. Questo nonostante nel 2023, in controtendenza, siano aumentati sia gli incidenti, a 550 dai 513 del 2022, sia i feriti, da 662 a 741. Nonostante questo aumento di lesività, va salutato con favore la flessione del tasso di mortalità, a 6,1 addirittura al di sotto della media regionale del 6,4. Fra le strade più pericolose a livello regionale, purtroppo anche la Statale 16.
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