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Il cuneo salino torna a far paura

Il sindaco Pizzoli: “E’ paradossale. Siamo appena usciti da un’emergenza per le piene del Po”

Il cuneo salino torna a far paura

A distanza di tre anni ritorna l’allarme per la scarsità d’acqua e per il cuneo salino, risalito già fino a 7 chilometri dalla costa, nel territorio del Delta Del Po. Il mese di giugno, infatti, ha registrato temperature più alte della media e precipitazioni molto scarse, condizioni che stanno determinando un calo delle portate fluviali e un aumento della salinità nelle acque del grande fiume, con effetti già visibili sui rami principali del Delta, come il Po di Maistra, Pila, Tolle e Gnocca.

Il dato è emerso durante la recente riunione dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del Distretto del fiume Po, che ha confermato come le portate in uscita dal territorio si attestino al di sotto dei valori abituali, con la sezione di Pontelagoscuro che, nelle ultime giornate, ha registrato un flusso inferiore a 600 metri cubi al secondo. Questo ha favorito la risalita dell’acqua salata dal mare fino a circa 7 chilometri dalla costa, provocando già l’interruzione delle derivazioni irrigue nelle zone più orientali del comprensorio, come le isole di Ca’ Venier e Polesine Camerini, oltre che nelle aree di Scardovari, Santa Giulia e Bacucco, nei comuni di Porto Tolle e Ariano nel Polesine. L’effetto più immediato è la sospensione del servizio irriguo, con pesanti ripercussioni sull’agricoltura locale.

“E’ paradossale - commenta il sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli - se pensiamo che siamo appena usciti da un’emergenza per le numerose piene del fiume Po. Passiamo rapidamente da un eccesso di acqua alla sua estrema carenza, talmente rapidamente che diventa quasi impossibile reagire”. Già negli anni passati il territorio si era ritrovato ad affrontare l’emergenza siccità, emergenza esplosa nel 2022 con una risalita del cuneo salino da record (oltre 20 chilometri) che aveva portato a misure estreme, come l’installazione di un dissalatore e all’aumento l’area di influenza del Savec, il Sistema acquedottistico del Veneto centrale, per garantire l'acqua potabile ai residenti.

“Il probelma è evidente. In certi punti, come a Ponte Molo la risalita si vede già a occhio nudo - continua Pizzoli - Ed è, ahimè, un problema che conosciamo molto bene e che impatta in maniera pensate sulla quotidianità e sulla nostra agricoltura. Pensiamo a colture come quelle del riso, del melone e dell’anguria che hanno bisogno di grandi quantità d’acqua ma che vengono minacciate da questo fenomeno. Negli ultimi due anni, con il Consorzio di bonifica, sono stati fatti diversi interventi, tra i quali la bacinizzazione dell’ansa di Volta Vaccari che è stata sicuramente una risorsa importante".

"Anche la barriera anti-sale sul Po di Venezia potrebbe aiutare, ma è ancora in fase di realizzazione”. Secondo Pizzoli il problema siccità e cuneo salino nasce a monte, e serve ancora molto tempo per mettere in campo iniziative, dal punto strutturale, che possano evitare ogni anno di rincorrere l’emergenza.

“Non abbiamo ancora segnalazioni di criticità elevate ma è in programma, a breve, un incontro con il Consorzio per capire la situazione attuale e muoverci di conseguenza”. Situazioni analoghe destano preoccupazione anche nelle province di Cuneo e Piacenza. Nel Cuneese, le scarse precipitazioni di giugno hanno fatto registrare un abbassamento dei deflussi, mentre nel piacentino si segnala un rapido calo del livello dell’invaso di Mignano, ormai al 50% della capacità, con problemi già in atto per l’approvvigionamento idrico a uso domestico e agricolo.

L’osservatorio ha quindi definito la severità idrica a scala distrettuale come “bassa con precipitazioni”, fatta eccezione per le province di Cuneo e Piacenza, dove la situazione è valutata come “media” e sono previste deroghe per garantire gli usi idropotabili e agricoli. Nonostante qualche temporale localmente intenso atteso nei prossimi giorni, le previsioni indicano una progressiva riduzione dei deflussi lungo il corso principale del Po. In questo scenario, l’invito ai regolatori dei Grandi Laghi è di garantire rilasci adeguati per contrastare la risalita del cuneo salino e sostenere il flusso idrico nel fiume. L’Osservatorio tornerà a riunirsi nelle prossime settimane per aggiornare la situazione in base all’evoluzione delle condizioni meteorologiche e idrologiche.

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