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Professioni creative e AI

Le 5 figure più richieste in Italia

Professioni creative e AI

La creatività non è più solo una dote personale, ma un vero motore di innovazione. Oggi rappresenta una leva strategica capace di generare nuove professioni e di tracciare i confini del futuro tra esseri umani e tecnologie digitali. A dirlo sono i dati di LinkedIn e delle principali piattaforme internazionali: il mercato del lavoro è in pieno fermento, e i profili più richiesti sono quelli in grado di coniugare inventiva, flessibilità e competenze digitali.

Soft skill e creatività: il mix vincente per il lavoro che verrà

In un panorama globale in continua trasformazione, le professioni creative stanno evolvendo in risposta alle sfide poste dall’intelligenza artificiale e dai nuovi modelli economici. Secondo le ultime analisi del World Economic Forum, entro il 2027 oltre il 40% delle competenze richieste riguarderà la capacità di risolvere problemi in modo creativo e critico.

Le aziende, intanto, stanno investendo sempre di più sulla creatività come motore di crescita, come confermato dal report internazionale “Stato della Creatività 2025” promosso da LIONS: chi osa innovare e sperimentare, sarà avvantaggiato nel mercato.

I nuovi mestieri creativi spinti dall’innovazione tecnologica

L’intelligenza artificiale non sostituisce la creatività umana, ma la amplifica. E così nascono nuove figure professionali a cavallo tra arte e tecnologia:

  • Prompt engineer, esperto nella scrittura di comandi per l’IA generativa;

  • AI artist, che utilizza gli algoritmi per creare opere digitali;

  • Esperto in etica dell’IA, che guida le aziende in scelte responsabili e sostenibili;

  • Digital sustainability specialist, unisce competenze tecnologiche e attenzione ambientale;

  • Designer di esperienze in realtà virtuale e aumentata, richiesto in settori che spaziano dall’intrattenimento al turismo.

Italia creativa: tra tradizione e futuro digitale

Anche nel nostro Paese il settore creativo mostra numeri importanti. Secondo i dati ISTAT, nel 2022 le industrie culturali e creative rappresentavano il 3,5% dell’occupazione nazionale, con oltre 843.000 lavoratori impiegati e 30 miliardi di euro di valore generato. Il 2023 ha visto oltre 300.000 nuove assunzioni nel settore, senza contare le opportunità offerte dal turismo culturale.

E guardando al futuro, le previsioni di UnionCamere e Fondazione Symbola parlano chiaro: entro il 2030 ci sarà una forte espansione nei settori del videogioco, dell’arte e del design. Cresceranno le richieste di content creator, copywriter, registi, art director, esperti di moda, scenografi e restauratori.

Secondo la Guida alle Professioni Creative 2025, sono almeno 70 le figure in rapida crescita, tutte accomunate da una forte integrazione tra pensiero creativo e competenze digitali.

Tecnologia e creatività: un binomio sempre più stretto

Il rapporto tra professionisti creativi e intelligenza artificiale è destinato a rafforzarsi. In Italia, l’82% di chi lavora nel settore dichiara di usare (o voler usare) l’IA per migliorare il proprio lavoro. E quasi tre su quattro ritengono che l’automazione liberi tempo per attività più strategiche e di valore.

Secondo un’indagine di Dell Technologies, l’85% dei mestieri che esisteranno nel 2030 non è ancora stato inventato. Ma una cosa è certa: creatività e tecnologia saranno gli ingredienti principali del lavoro del futuro.

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