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"Con questo caldo, fermare i cantieri"

Montagnin, Cna: “Sensibilità per i lavoratori"

"Con questo caldo, fermare l'edilizia"

Solo in Polesine quasi 8mila lavoratori edili sono attivi nelle ristrutturazioni, nei cantieri stradali, nelle manutenzioni degli edifici e così via”. In occasione del fenomeno di caldo estremo che si sta verificando in tutto il Paese il presidente di Cna Padova e Rovigo Luca Montagnin esprime la sua preoccupazione per tutti i lavoratori del comparto anche per quelli direttamente interessati dal decreto con le linee guida e poi dall’ordinanza firmata mercoledì dal presidente della Regione Luca Zaia ed entrata in vigore oggi, con la quale fino al 31 agosto si vieta lo svolgimento di attività lavorative all’aperto tra le 12.30 e le 16.

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Nelle aree del Veneto in cui, secondo i dati scientifici aggiornati in tempo reale dal portale htwww.worklimate.it viene rilevato un livello di rischio “alto”. Il livello di rischio per il Polesine era “alto” ieri ed è previsto alto anche per oggi. Il provvedimento riguarda i lavoratori dei settori dell’agricoltura, dell’edilizia e delle cave esposti al sole e impegnati in attività fisica intensa.

Guardando ai lavoratori del settore edile, Montagnin aggiunge: “Gente che anche a prescindere dall’esposizione diretta al sole lavora con queste temperature e senza aria condizionata in condizioni estreme. Il decreto della Regione tutela giustamente i più esposti ma anche gli altri, quei lavoratori non esplicitamente citati, dovrebbero essere tutelati. Gli artigiani lavorano per se stessi e per le proprie comunità, ma la difesa della salute è una priorità per tutti. Penso solo al caso dei manutentori".

"Anche quando si tratta semplicemente di una verifica per far ripartire un impianto di climatizzazione, gli operatori si trovano spesso a lavorare al pieno sole in condizioni estreme su macchine che sono esposte in terrazzi, lastrici solari dei condomini, sui tetti o magari sospesi a decine di metri di altezza! In queste condizioni un incidente diventa più facile: per questo chiediamo alle istituzioni ma anche ai clienti una attenzione aggiuntiva sia per garantire ai lavoratori condizioni accettabili sia per comprenderne gli sforzi".

"Come sempre poi e a maggior ragione in questi casi la prevenzione è fondamentale: se si interviene prima del gran caldo si evitano difficoltà, tempi più lunghi e interventi dell’ultimo minuto. Come imprenditori ed operatori del settore non possiamo che chiedere un po’ di sensibilità e di attenzione allo stato di salute di questi lavoratori anche e soprattutto in condizioni di emergenza”.

Sulla stessa linea, guardando però al settore metalmeccanico, anche la Fiom Cgil regionale, con l’appello lanciato da Venezia. “Nessun lavoratore può essere obbligato a proseguire l’attività in condizioni pericolose. E’ necessario intervenire subito con misure straordinarie, ma anche costruire un approccio strutturale e permanente per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico nei luoghi di lavoro: chiediamo la rimodulazione degli orari di lavoro nelle giornate più critiche, ad esempio con inizio anticipato, fine anticipata del turno, pause aggiuntive e turnazioni intelligenti e fornitura di sali minerali. E’ fondamentale sospendere immediatamente le attività nei momenti di picco termico, anche su iniziativa dei lavoratori, se non sono garantite condizioni di sicurezza”.

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