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paura e sangue in centro

"Una vera spedizione punitiva"

Il racconto dell'accoltellamento di sabato sera

Una vera e propria spedizione punitiva. Prima le minacce in piazza e un tentativo di aggressione, nel cuore della città. Poi, in tarda serata, le scampanellate e, quando il figlio va ad aprire la porta, mani che lo afferrano e lo trascinano fuori e la zuffa.

E’ così che la mamma del giovane romeno di 24 anni coinvolto nell’accoltellamento di sabato sera in centro a Rovigo ripercorre, in lacrime, quei frangenti.

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Un episodio che ha visto finire in ospedale un albanese di 36 anni, zio del 23enne che avrebbe avuto in corso alcuni “dissapori” con il romeno 24enne. Colpito con una lama varie volte, il 36enne è stato operato ed è fuori pericolo. Anche lui e il nipote, però, così come il romeno, sono indagati per lesioni. Due versioni contrapposte, sulle quali ora indagano polizia e Procura.

L’albanese, lunedì, aveva spiegato alla “Voce di Rovigo” di essere andato a parlare col compagno della madre del romeno, per chiarire i dissidi tra i due ragazzi, ma di essere stato accoltellato sette volte dal giovane.

Del tutto diverso il racconto della mamma del 24enne. “Mio figlio - dice - era già molto preoccupato prima dell’aggressione, perché, al pomeriggio, mentre rientrava a casa, era stato avvicinato in piazza da un albanese adulto, che non conosceva (sarebbe il 36enne, ndr) che, assieme ad altri, aveva cercato di chiuderlo in un vicolo. Il passaggio di alcune persone aveva consentito a mio figlio di salvarsi”.

Poi, poco dopo, il drammatico “assalto” alla casa, secondo il racconto. “E’ suonato il campanello - prosegue la madre - Mio figlio aveva detto che lo avevano minacciato, ma non avremmo mai pensato sarebbero venuti a casa. Invece, appena ha aperto la porta, lo hanno trascinato fuori, giù per le scale. Erano in quattro. Ho sentito delle grida, si stavano picchiando. Sono corsa giù e mi sono lanciata su mio figlio, gli gridavo di scappare. Poi, per fortuna, abbiamo sentito le sirene che arrivavano”.

“Devo dire - chiude la donna - che non ho visto coltelli, da nessuna parte. Io ero ferita a una gamba, mio figlio alla pancia”.

All’arrivo della polizia, il 36enne, come detto, è stato portato in ospedale, presentando le lesioni più gravi. La Procura ha iscritto tre nomi sul registro degli indagati, quello del giovane romeno e quelli dei due albanesi, di 23 e 36 anni. Ora, si lavora per ricostruire nei dettagli l’accaduto.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    09 Luglio 2025 - 08:08

    oltre che intasare le procure,che alla fine sara' un non luogo a procedere...intasiamo pure gli ospedali gia' sotto pressione....per chi non ha versato un cent al SSN....portare le spese sanitrarie all'ambasciata dei delinquenti??

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