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VENETO

Bancarotta di Veneto Banca

Scontro legale su risarcimenti e prescrizioni, prossima udienza l'11 settembre

Bancarotta di Veneto Banca: una saga giudiziaria tra accuse e difese

La saga giudiziaria che coinvolge Veneto Banca continua a tenere banco, con la seconda udienza preliminare che si è svolta l'8 luglio, segnando un altro capitolo di una vicenda complessa e intricata. Al centro del dibattito, la battaglia legale tra gli avvocati difensori e quelli delle parti civili, che hanno presentato ben 300 richieste di risarcimento. La questione ruota attorno alla legge Cartabia e alle prescrizioni relative ai danni patrimoniali, con i legali che si sono confrontati aspramente sulla definizione e l'ammissibilità delle richieste.


Il giudice per l'udienza preliminare, Cristian Vettoruzzo, ha deciso di prendersi del tempo per valutare le argomentazioni presentate, rinviando la decisione alla prossima udienza fissata per l'11 settembre. Tra le questioni più controverse, la possibilità per coloro che avevano accettato la transazione proposta dall'istituto di credito di avanzare ulteriori pretese. Un nodo legale che potrebbe influenzare significativamente l'esito del procedimento.


Sul banco degli imputati, nomi di spicco come Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato e direttore generale, Mosè Faggiani, ex condirettore e responsabile commerciale, e gli ex presidenti Flavio Trinca e Francesco Favotto. Accanto a loro, altre figure di rilievo come Romeo Feltrin, Daniele Scavaortz, l'avvocato Pierluigi Ronzani, Michele Stiz, Mauro Angeli e Attilio Carlesso. Le accuse mosse dalla Procura di Treviso, guidata dai pubblici ministeri De Bortoli e Gabriella Cama, parlano di una bancarotta fraudolenta per distrazione e dissipazione, con un "buco" finanziario di 320 milioni di euro.


Le indagini, iniziate nel giugno 2018, hanno portato alla luce una serie di concessioni di credito risalenti anche al 2006, erogate senza un'adeguata valutazione della capacità di restituzione dei clienti. La Procura ha esaminato trenta situazioni, scoprendo che in alcuni casi le perdite hanno raggiunto il 45% del denaro prestato. Particolarmente grave l'accusa rivolta a Trinca e Consoli, che avrebbero percepito tre milioni e seicentomila euro quando lo stato di dissesto di Veneto Banca era già evidente. Con la prossima udienza fissata per l'11 settembre, il processo continua a suscitare grande interesse e attesa. La curatela del fallimento ha chiesto di essere parte del processo, sottolineando l'importanza di fare chiarezza su una vicenda che ha avuto un impatto devastante su molti risparmiatori e sull'intero sistema bancario italiano.

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