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Caldo, per il Polesine giugno record

Più che le massime sono le minime particolarmente elevate, picchi a Villadose e Trecenta

Caldo, per il Polesine giugno record

“Il mese di giugno 2025 può essere descritto come un mese eccezionalmente caldo e poco piovoso”. Così l’Aprav commenta i dati meteo del mese scorso, che ha fatto registrare uno scostamento di oltre 3° rispetto alle medie e nuovi record di temperature. Anche in Polesine. Nella prima vera ondata di calore, fra il 13 e 15 giugno, la media di 28,6° a Castelnovo Bariano e le minime di 22,1° e 21,9° a Villadose e Trecenta, mentre nell’ondata di calore fra 25 e 30 giugno la media di 29,4° a Frassinelle Polesine.

Se la perturbazione arrivata in Polesine negli ultimi giorni ha allontanato la cappa di afa di inizio luglio, con le previsioni che indicano anche per oggi la possibilità di temporali, per il “transito di un secondo impulso perturbato, con probabili rovesci e temporali da sparsi a diffusi e possibili fenomeni di forte intensità (forti rovesci, forti raffiche di vento, locali grandinate) e quantitativi di precipitazione anche abbondanti specie sulle zone prealpine e pedemontane centro orientali”, lo scorso giugno, rimarca Arpav, è stato “uno dei tre più caldi dal 1991, preceduto da giugno 2019 e 2003; particolarmente calda la seconda decade (valore più elevato dal 1991) e la terza decade, secondo valore dopo il 2019. Tali temperature, associate a piogge fino in alta quota, hanno contribuito alla rapida scomparsa del manto nevoso che ad inizio mese era ancora presente oltre i 2600-2800 m di quota”.

La pioggia, invece, è stata inferiore alle medie, con un dato regionale di 63 millimetri di precipitazione rispetto alla media 1994-2024 di 97 millimetri, quindi il 35% in meno, anche se ci sono state delle eccezioni, come a Cancia nel comune di Borca di Cadore, non a caso colpito da ripetuti eventi franosi, con 202 millimetri. Inoltre, dall’inizio dell’anno idrologico, ovvero da ottobre a giugno, le precipitazioni medie sul Veneto sono state di 915 millimetri, quindi superiori del 10% alle media storica 1994-2024 pari a 828 millimetri. Le minime precipitazioni da ottobre sono state rilevate come di consueto in Polesine, nelle stazioni di Concadirame a Rovigo con 562 millimetri e Lusia con 584 millimetri. Nel 2022, l’anno dell’ultima grande siccità, le precipitazioni fra ottobre e giugno erano state meno della metà: a Concadirame con 249 millimetri, a Frassinelle 243 millimetri e a Sant’Apollinare appena 223 millimetri. Attualmente si registrano ancora condizioni di surplus pluviometrico del +22% sul Po e del +17% sul Fissero-Tartaro-Canal Bianco, e sull’Adige.

Tornando alle temperature, “la media di giugno 2025 – evidenzia Arpav - risulta molto elevata, collocandosi al secondo posto tra i mesi di giugno più caldi dal 1992, anno di inizio delle serie storiche. L’anomalia rispetto alla media 1991-2020 raggiunge +3,4°C a livello regionale, superando di pochissimo quella del 2019 (+3,3 °C) e restando invece leggermente inferiore a quella del 2003 (+3,6°C)”. Confrontando il 2025 con il 2003, proprio il Polesine occidentale è fra le zone, con Valbelluna, Agordino, Dolomiti settentrionali, e Pedemontana vicentina ad aver avuto anomalie anche maggiori. E se le massime “appaiono particolarmente anomale (+3.3°C) pur restando al di sotto di quelle del 2003 (+4.1 °C) e su livelli pressoché uguali a quelli del 2019. La distribuzione sul territorio mostra i valori più contenuti sulla costa rispetto alle pianure interne dove in molte zone si superano i 31°C di valore medio mensile, arrivando agli oltre 32°C sulla pianura sudoccidentale”, sono in particolare le minime che “risultano eccezionalmente elevate, facendo registrare il nuovo record della serie storica e quindi battendo il precedente del 2003. L’anomalia media regionale si attesta su +3.2°C rispetto al trentennio 1991-2020, ma è ben maggiore sulle aree montane”.

Secondo i dati di Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea, disponibili dal 1950 a oggi, lo scorso giugno è stato il più caldo mai registrato in Italia, con 3,5 gradi in più rispetto alla temperatura media dello stesso mese negli ultimi trent’anni.

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