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Slitta lo stop ai diesel Euro 5

Approvato l'emendamento che posticipa al 2026 il divieto di circolazione

Blocco del Traffico Giornata Ecologica 13

In un clima politico sempre più acceso, la questione delle politiche ambientali torna al centro del dibattito con l'approvazione di un emendamento al decreto legge Infrastrutture. La misura, fortemente voluta dalla Lega, rinvia di un anno lo stop alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5, spostando la data dal primo ottobre 2025 al primo ottobre 2026. Il provvedimento, accolto con soddisfazione dal vicepremier Matteo Salvini, offre maggiore autonomia alle Regioni, consentendo loro di adattare le restrizioni alle specifiche esigenze locali.

La decisione di posticipare il divieto riguarda principalmente le regioni del Nord Italia: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Queste aree, caratterizzate da un elevato tasso di inquinamento atmosferico, vedranno applicare le limitazioni principalmente nei comuni con oltre 100 mila abitanti. Tuttavia, le Regioni avranno la possibilità di non inserire il divieto strutturale nei loro piani per la qualità dell'aria, a patto che adottino misure compensative efficaci. Tra queste, l'efficientamento energetico degli edifici e l'incremento delle aree verdi pubbliche.

L'emendamento introduce un'importante novità: le Regioni potranno decidere di anticipare l'entrata in vigore delle limitazioni, aggiornando i propri piani di qualità dell'aria. Questa flessibilità normativa consente di adattare le politiche ambientali alle specificità territoriali, promuovendo soluzioni su misura che possano garantire una riduzione delle emissioni inquinanti conforme agli obblighi europei.

La scelta di rinviare lo stop ai diesel Euro 5 ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, c'è chi vede in questo rinvio un'opportunità per prepararsi meglio alle sfide ambientali, dall'altro, alcuni critici temono che possa rallentare il processo di transizione verso una mobilità più sostenibile. Tuttavia, il governo Meloni sembra determinato a bilanciare le esigenze economiche con quelle ambientali, cercando soluzioni che possano conciliare sviluppo e sostenibilità. In questo contesto, il ruolo delle Regioni diventa cruciale. La loro capacità di implementare misure efficaci e innovative sarà determinante per il successo delle politiche ambientali italiane nei prossimi anni. La sfida è aperta e richiede un impegno congiunto da parte di tutte le istituzioni coinvolte.

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