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Rapporto Zoomafia Lav

Crescono i reati contro gli animali

Maltrattamenti, uccisioni e bracconaggio: nel 2024 in Polesine 58 fascicoli con 29 indagati

Crescono i reati contro gli animali

In Polesine, nel 2024, ben più di un reato su cento ha riguardato degli animali. Ed è stato più di uno alla settimana. Nell’anno giudiziario 2023/2024, infatti, ci sono state 4.627 iscrizioni di nuovi procedimenti penali e, di questi, 58 vedevano come vittima o parte offesa uno o più animali. In tutto, le persone che nel corso dell’anno passato sono state indagate per reati contro gli animali sono state solo 29, perché molti rimangono a carico di ignoti. Nel 2024 sono stati 33.

Rispetto al 2023, i procedimenti per reati contro gli animali avviati dalla Procura di Rovigo sono aumentati del 7,41%, passando da 54 a 58, mentre il numero degli indagati è rimasto invariato perché erano stati 29 anche nel 2023.

Questa la prima immagine che emerge dal Rapporto Zoomafia Lav 2025, documento che, giunto alla sua 26esima edizione, con il patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto, analizza i reati commessi contro gli animali e lo sfruttamento criminale di animali. Sia quelli di affezione, dai cani e gatti maltrattati, abbandonati o uccisi, dai gattini lanciati da un’auto in corsa a Porto Tolle alla cagnolina Hope, lanciata da un Suv in corsa nella frazione badiese di Salvaterra, dopo un lungo periodo di maltrattamenti, e morta poco dopo nonostante i soccorsi. O anche solo accumulati in condizioni precarie, un fenomeno tristemente in aumento. Ma anche quelli selvatici, con tutto il tema caccia e bracconaggio, nonché quelli di allevamento, su tutti la pecora di Bosaro che si trovava in una casa privata abitata da una famiglia di fede musulmana, pronta a macellarla in occasione dell’imminente Festa del sacrificio, posta sotto sequestro il 14 giugno 2024, proprio dopo una segnalazione della Lav di Rovigo.

Guardando alle varie tipologie di reato, per la fattispecie di uccisione di animali, che prevede che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”, ci sono stati 3 procedimenti con 3 indagati e 12 a carico di ignoti; un procedimento a carico di ignoti anche per uccisione di animali altrui. Il reato più ricorrente, però, è stato quello di maltrattamento di animali, con 7 i procedimenti a carico di altrettanti indagati e ben 11 iscritti a carico di ignoti.

C’è poi tutto il capitolo relativo al reato di abbandono e detenzione di animali in condizioni incompatibili, che ha avuto nel corso dello scorso anno 8 procedimenti con 9 indagati oltre a due fascicoli contro ignoti, alcuni dei quali riconducibili anche al fenomeno degli “accumulatori seriali”, con il caso più noto, assurto agli onori delle cronache nell’agosto dello scorso anno, quando è scattato il maxisequestro di una decina di cani e una quarantina di gatti trovati in pessime condizioni igienico sanitarie al primo piano di una abitazione privata non distante dal centro di Rovigo.

Particolarmente corposo il tristemente noto capitolo dei reati venatori con 7 procedimenti per 10 indagati e altri 7 a carico di ignoti. In questo ambito si inserisce la “Operazione Delta Po 2024”, condotta su più giornate all’inizio dell’anno dai Carabinieri forestali della Sezione operativa antibracconaggio e reati in danno agli animali con il supporto dei Nuclei Carabinieri Cites di Venezia e Verona, in collaborazione con i volontari della Lipu e Cabs e con il prezioso apporto della Polizia provinciale di Rovigo, che ha portato alla denuncia di tre persone in provincia di Rovigo per caccia illegale e bracconaggio con uso di richiami elettroacustici vietati, di altre sei tra Padova e Venezia, tre delle quali sorprese in laguna aperta, e altre tre in una nota riserva privata, con 50 esemplari di varie specie di anatre trovate morte e sequestrate dai militari così come 10 fucili, munizioni di piombo, registratori acustici, trombe e una barca a motore da 50 cavalli. Il Delta del Po, infatti è uno dei sette “black-spot” inseriti nel Piano nazionale antibracconaggio.

Ma a Rovigo c’è poi tutto il filone del bracconaggio ittico che, si rimarca nel rapporto, “negli ultimi anni, ha assunto una dimensione transnazionale e ha portato nel tempo ad un calo drastico del patrimonio ittico nazionale”. Nel 2024 il Raggruppamento Carabinieri Cites ha svolto numerosi servizi per il contrasto del fenomeno della pesca abusiva, proprio in Polesine, ma anche nella provincia di Ferrara, sull’altra sponda del Po, oltre che di Venezia, Ravenna e Perugia.

Guardando al resto del Veneto, le risposte sono arrivate solo da 5 Procure su 8: non hanno risposto le Procure di Venezia, Verona e la Procura per i minorenni di Venezia.

“In base ai dati ricevuti - rimarca la Lav - possiamo stimare per difetto che nella regione nel 2024 sono stati registrati almeno 334 fascicoli per reati a danno di animali (circa il 4,09% di quelli nazionali), con un’incidenza pari a 6,88 procedimenti per 100mila abitanti; e almeno 210 indagati (circa il 4,26% di quelli nazionali), con un tasso di 4,33 indagati ogni 100.000 abitanti”.

Nel 2024, nell’ambito territoriale delle 5 Procure venete su 8 che hanno fornito dati sia per il 2023 che per il 2024, c’è stata una diminuzione del -22,86% dei procedimenti penali per reati a danno di animali, e del -7,89% del numero degli indagati. “La diminuzione delle denunce - sottolinea Troiano - è in linea con il calo registrato a livello nazionale. Questa flessione riteniamo che in realtà non corrisponda ad una effettiva diminuzione dei crimini contro gli animali, ma che indichi solo una diminuzione delle denunce e dei fatti accertati. Occorre precisare anche che le varie forme di maltrattamento di animali che emergono rappresentano solo una minima parte di quelle effettivamente commesse. La violenza a danno di animali è sempre grave e vanno adottate misure di prevenzione e di educazione sociale”.

Guardando alle singole province, a Belluno in totale nel 2024 sono stati registrati 27 procedimenti con 10 indagati, calati del -12,9% e del -16,67% rispetto al 2023, a Padova sono stati registrati 78 procedimenti con 59 indagati, con il -31,58% e -4,84%, a Treviso 75 procedimenti con 44 indagati con un -38,02% e un +33,33%, a Vicenza 96 procedimenti con 68 indagati, il -15,04% e il -26,07%.

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