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AMBIENTE

Opposizione al ricorso, il Comitato sconsolato: “Ce lo aspettavamo ma andremo avanti da soli”

Il caso sul tavolo del presidente della Repubblica Mattarella

Opposizione al ricorso, il Comitato sconsolato: “Ce lo aspettavamo ma andremo avanti da soli”

“Non siamo sorpresi: sapevamo che questo passaggio legale era previsto. Ce lo aspettavamo, e non era necessario affrettarsi a spiegare pubblicamente che si è trattato solo di un atto tecnico”. Con queste parole che tradiscono una certa amarezza, il comitato dei cittadini di Sarzano, che ha presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato contro la realizzazione della centrale per la produzione di biometano della ditta Apis Ro1, commenta la decisione del Comune di Rovigo di opporsi all’impugnazione della delibera che dà l’ok all’accordo compensativo e delle relazioni tecniche sull’impianto elaborate dall’ufficio ambiente e dall’urbanistica.

Oltre al Comune, anche la Regione e la stessa Apis si sono opposte al ricorso del comitato che, in questo procedimento, è appoggiato dal Wwf nazionale. In riferimento alle dichiarazioni del sindaco Valeria Cittadin per spiegare l’opposizione del Comune, ossia “non è una opposizione al ricorso inteso come sostegno ad Apis, è una difesa della parte tecnica”, il comitato commenta: “Conferma ciò che da tempo percepiamo: ci si dichiara vicini all’agricoltura e alle comunità locali, ma quando è il momento di trasformare quelle parole in gesti concreti, si preferisce restare in silenzio, o nascondersi dietro la comoda formula degli atti dovuti”.

Poi, prosegue: “Ci amareggia vedere che le stesse istituzioni che si dicono al fianco dei cittadini abbiano scelto di sostenere, con mezzi e risorse ben più consistenti delle nostre, un progetto privato portato avanti da un’azienda che si presenta come agricola, ma che nei fatti sembra rispondere a logiche industriali e sovra-territoriali, più vicine a dinamiche da grande gruppo che a quelle di una realtà rurale locale. Una comunità di cittadini senza esperienza amministrativa, ma con un profondo radicamento nel territorio e la volontà di difenderlo, si ritrova così a dover affrontare un braccio di ferro con enti pubblici e soggetti privati fortemente strutturati. Il divario è evidente ma non ci preoccupiamo”. Sulle motivazioni che hanno portato al ricorso, il comitato evidenzia: “In un contesto già segnato da un'elevata concentrazione di impianti, l’aggiunta di un ulteriore impianto produttivo da quasi 10 ettari rappresenta una forzatura che ci sembra inaccettabile” e, infine, conclude: “Il nostro impegno non è contro qualcuno, ma per qualcosa di più grande: la tutela della salute, il diritto alla partecipazione, la difesa della vivibilità dei nostri luoghi, di una piccola comunità e di un marchio dop di cui andiamo molto orgogliosi”.

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