VOCE
IRAS
11.07.2025 - 07:00
La pace tra Comune e Iras, siglata dal voto favorevole all’accordo stragiudiziale espresso in consiglio comunale martedì scorso, ha caricato di soddisfazione, in particolare, un esponente della maggioranza. Si tratta del presidente del consiglio comunale Mattia Moretto che, non ne fa mistero, “dentro all’Iras ci sono cresciuto” dice candidamente.
L’esponente di Fratelli d’Italia, in effetti, la vicenda la conosce bene: il padre Pierantonio è stato presidente del cda dell’ente dal primo gennaio 2001 al 31 dicembre 2009 e poi vicepresidente dal 21 settembre 2015 fino al commissariamento del 2016, deciso dalla Regione quando il sindaco del capoluogo era il leghista Massimo Bergamin. Moretto, inoltre, interviene perché “guardando l’attuale consiglio comunale - spiega - ci sono pochi consiglieri o assessori che, come me, abbiano vissuto gli ultimi 10 anni, cioè tutta la fase del commissariamento fino ad oggi. Solo l’assessore Michele Aretusini e il consigliere Antonio Rossini, se non sbaglio”.
Una posizione “privilegiata”, dunque, la sua che gli consente di fare le valutazioni del caso “da consigliere di Fdi - chiarisce - non da presidente del consiglio”. E, quindi, via libera alla soddisfazione: “Diversamente da quanto qualcuno possa pensare, che nonostante questo esito l’accordo può essere visto in malo modo, ritengo che per chi conosce la storia sia un grande risultato. Una promessa mantenuta, perché faceva parte del programma elettorale che ci ha portato a vincere le elezioni lo scorso anno. E dopo soli 12 mesi, il tema Iras ha trovato un epilogo finale positivo”. Il pensiero, poi, va ai lavoratori: “Mi interessa di più che possa tornare un clima di serenità e positività nelle persone quando si parla di Iras. Perché è stata l’unica casa di riposo pubblica fino ai primi anni Duemila ma dal 2010/11 in poi ha vissuto un declino che di fatto ha portato a una considerazione dubbiosa sull’ente. E credo che per chi ha a cuore il Comune di Rovigo e la nostra casa di riposo, questa cosa doveva essere evitata. Purtroppo ci abbiamo messo 15 anni. Va detto che anche prima del commissariamento c’era stato qualche anno di crisi e questo ha portato ad una percezione errata rispetto allo standard qualitativo garantito dalla casa di riposo”. Dunque, “bene che siamo arrivati a questo risultato - prosegue - per il bene che voglio a Iras, ritengo ci si sia arrivati troppo tardi. Questo anche a causa del clima generato con le ultime due amministrazioni comunali, Bergamin e Gaffeo, durante le quali Iras è stato considerato un nemico. In realtà non è un nemico, non è una partecipata del Comune dal punto di vista formale ma è come lo fosse, tant’è che sindaco nomina il cda. E quindi non è un antagonista”.
In conclusione, Moretto fa i ringraziamenti del caso: “Il ringraziamento va al sindaco Cittadin e a tutta l’amministrazione. Cittadin non ha avuto lo stesso atteggiamento dei suoi predecessori ma ha lavorato fin dai primi giorni, con spirito collaborativo, per trovare una soluzione che non sembrava esserci. E poi un ringraziamento ai dipendenti che non hanno mai mollato nonostante siano stati anni pesanti. Ora si auspica che, con il risultato portato a casa con l’accordo, li aspetti un futuro roseo di serenità e stabilità”.
Per Moretto che esulta, però, c’è chi contesta. Il consigliere Palmiro Franco Tosini della Lista civica democratica inclusiva tra le “fragilità presenti nell’accordo” punta l’attenzione sul “futuro utilizzo di Casa Serena che, con l’accordo di definizione stragiudiziale della causa, viene restituito al Comune. Questo è il vero problema, non tanto la causa che poteva concludersi con un esito più favorevole per il Comune. Il rischio è di trovarsi con un ennesimo vuoto urbano senza alcuna prospettiva futura di utilizzo. E’ con riferimento a questa situazione che andava e va ricercata una soluzione tra le amministrazioni pubbliche contendenti” mentre il consigliere Dina Merlo del Forum dei cittadini fa sapere che “l’accordo con il Comune, non è il salvataggio di Iras” e spiega: “Il piano di risanamento di cui tutti parlano non è stato mai presentato in forma completa e scritta nero su bianco e non è possibile ad oggi avere informazioni definitive sia sul ruolo della Regione che sulla situazione economico finanziaria dell’ente”.
Il consigliere Federico Frigato, infine, guarda ai lavoratori: “L’accordo si basa sul sacrificio e sulla rinuncia dei lavoratori ai quali viene detto: se vuoi salvare il tuo ente ed il tuo posto devi firmare la rinuncia ad una parte dei soldi che ti spettano. Sì, perché l’erogazione sarà subordinata alla sottoscrizione di un’intesa con i singoli lavoratori non impugnabile che dovrà contenere la rinuncia ad ogni ulteriore pretesa, salvo privatizzazione nei prossimi tre anni”.
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