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ORRORE A SCUOLA

Maltrattamenti sui bimbi, le tre maestre si difendono

Parlano i legali Zambelli, Crepaldi e Masiero. “Gogna mediatica, faremo appello al Riesame”

Maltrattamenti sui bimbi, le tre maestre si difendono

Parlano i legali Zambelli, Crepaldi e Masiero. “Gogna mediatica, faremo appello al Riesame”

La notizia è di quelle che turba non poco: bimbi indifesi, che devono ancora scoprire tutto del mondo, di 3-5 anni, affidati dai genitori alle cure di insegnanti preparate e - si spera - con una vocazione per l’infanzia e da queste maltrattati, umiliati, terrorizzati,

L’indagine avviata dalla procura di Rovigo nel novembre del 2024 e condotta dai carabinieri di Polesella e del Nucleo investigativo di Rovigo, che tra il marzo e l’aprile scorsi è stata supportata da intercettazioni audio e video di quello che avveniva nelle classi, ha avuto come prima conseguenza per decisione del gip di Rovigo Lavinia Messori della sospensione per 12 mesi dal posto di lavoro di tre educatrici: N. M. di 58 anni, difesa dall’avvocato Giorgio Crepaldi, F. S. 61enne difesa dall’avvocato Gianluca Masiero e Z. M, 44 anni, difesa dall’avvocato Angela Zambelli.

Ma i legali annunciano già una ferma difesa dell’operato delle proprie assistite. A partire da Giorgio Crepaldi, che sottolinea: “Confidavamo che l’interrogatorio reso dalla mia assistita potesse aiutare a capire. La mia assistita ha voluto rispondere con serenità e approfonditamente ora ci riserveremo di fare appello al Riesame contro l’ordinanza della sospensione. Questo perché crediamo fermamente che non ci siano episodi di maltrattamenti fisici. Nessuno ha mai alzato le mani, nel fascicolo d’indagine non è presente alcun filmato che testimoni di strattonamenti o violenze”.

Crepaldi ravvisa, tra l’altro, una lesione del diritto di difesa: “Si parla di 30 giorni di captazioni che fondano l’ordinanza, ma quello che noi siamo riusciti a visionare è un’ora scarsa di video. Tutto il resto dell’intercettazione non è stato reso noto. Se c’è stato uno ‘stato di terrore’, come scrive l’accusa, vorrei vedere tutto il mese di registrazioni. I bambini sono anche tranquilli, abbracciano e baciano le maestre”.

Altro vulnus ravvisato dal difensore di N. M.: “Il Pm non ha mai proceduto ad assumere la testimonianza dei bambini, solo le parole dei genitori su ciò che i bambini riferiscono. Chiederemo un incidente probatorio in modo da capire se questi bimbi soffrono di iperattività, se sono in grado di rendere un narrato veritiero e se sono in grado di distinguere un episodio realistico da uno di fantasia”. E ancora: “Mai stata una minaccia, mai un’umiliazione. Se è una minaccia la frase ‘se non dormi ti tolgo la copertina’, o ‘se non mangi la pappa, ti cambio di posto’, o ancora ‘se non metti le scarpine non vai in bagno’, è tutto da dimostrare. Noi confidiamo che il tribunale del Riesame, riveda queste decisioni”.

Gli fa esco Angela Zambelli, legale di Z. M. la più giovane delle maestre. “Posso dire di avere visto e letto l’articolo di giornale prima che l’ordinanza del Giudice. Incredibile, i tempi della giustizia sono tempestivi solo con il sensazionalismo, vi è la necessità di dare in pasto alla stampa fatti che ancora non hanno contorni e confini definiti. Nel merito della vicenda affermo che nel quadro di indagine non vi siano elementi concretamente riferibili alla fattispecie contestata alla mia assistita. L’ordinanza si basa su di una ricostruzione iperbolica, fortemente suggestionata e su contestazioni di condotte non accadute nei termini e modi indicati. Ci batteremo con grande impegno per far valere la verità, per far valere il buon lavoro svolto dalle insegnanti , che sono anche madri. La mia assistita ha risposto a tutte le domande dell’interrogatorio con serenità, quella serenità che nasce dalla consapevolezza di avere sempre agito secondo scienza e coscienza, professionalmente e con grande rispetto dei bambini. Con quella stessa serenità e con grande impegno affronteremo le fasi successive del procedimento, che ci chiama adesso ad impugnare l’ingiusto provvedimento cautelare”.

Impugnerà la sospensione dall’insegnamento anche l’avvocato Gianluca Masiero, che difende la 61enne, F. S. “Escludendo il benchè minimo riscontro oggettivo di ogni sorta di violenza fisica - come diversamente riportato nel capo di incolpazione - per il resto delle conversazioni intercettate è possibile una diversa valutazione: quella della Procura per corroborare la propria tesi accusatoria oppure quella più aderente alla realtà, calata in un normale rapporto tra maestra e bambini. In questa fase cautelare, ha giocato certamente la necessità di tutela in astratto dei bambini, ma questo ha un effetto dirompente nella vita delle insegnanti che da sempre hanno operato con riconoscimento da parte dei genitori e dei bambini. In questo momento del procedimento penale, nonostante la Procura abbia dato in pasto le maestre al pubblico ludibrio - basti guardare i commenti sotto gli articoli dei giornali online - richiamo alla cautela, in attesa di un giudizio di merito ove potranno essere finalmente coinvolti esperti del settore”.

Secondo Masiero: “A oggi, l’unico ‘giudizio’ sui singoli episodi contestati è lasciato alle valutazioni non professionali degli operatori delle forze dell'ordine incaricati delle intercettazioni”.

Sulla vicenda interviene anche la dirigenza della scuola dell'infanzia paritaria Pietro Selmi di Polesella ed esprime “sgomento e sorpresa”. Scrive in una nota l'istituto: “Si esprime piena fiducia nel lavoro delle autorità competenti e si riserva di raccogliere tutti gli elementi necessari prima di assumere una posizione in merito ai fatti denunciati”. Sorpresa rispetto alle accuse mosse nei confronti delle tre insegnanti. “La scuola si pone a fianco di bambini, famiglie e comunità nel percorso di accertamento, mantenendo una posizione di sospensione del giudizio rispetto a quanto ipotizzato. Fino ad oggi, come confermato dai molteplici riscontri di soddisfazione raccolti nel tempo - scrive ancora la scuola - le insegnanti hanno dimostrato professionalità e dedizione al proprio ruolo”.

Tuttavia la direzione comprende che "in via cautelativa, sia stato richiesto l’allontanamento temporaneo dal servizio", ma allo stesso modo "auspica che tale misura non si traduca in una gogna mediatica che anticipi valutazioni di esclusiva competenza degli organi preposti. La scuola si riserva ogni valutazione in ordine alla tutela della propria immagine e del servizio educativo anche mediante costituzione di parte civile nei confronti dei responsabili”. La scuola, infine, tenta di tranquillizzare tutte le famiglie che si rivolgono ai suoi servizi: “Viene comunque garantita la piena continuità del servizio educativo, con l’attivazione di strumenti aggiuntivi di tutela e salvaguardia del lavoro pedagogico. Le famiglie saranno a breve contattate per un incontro, al fine di favorire il confronto, la condivisione e la trasparenza. Consapevoli che notizie di questo tipo possano generare turbamento e interrogativi, si ribadisce il proprio impegno a mantenere un dialogo aperto e responsabile con le famiglie, le istituzioni e la comunità, nel rispetto delle persone coinvolte e in attesa del pieno chiarimento dei fatti”.

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