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VENEZIA

123 anni fa crollava il campanile di San Marco

La storia di quel giorno del 1902

Il crollo del campanile di San Marco: un simbolo che risorge dalle macerie

Il 14 luglio 1902, Venezia si svegliò senza uno dei suoi simboli più iconici: il campanile di San Marco. Quel giorno, alle nove del mattino, la città fu scossa dal crollo di una struttura che per secoli aveva dominato il paesaggio veneziano. Conosciuto affettuosamente come il "parón de casa", il campanile si sbriciolò su sé stesso in pochi secondi, lasciando dietro di sé un cumulo di macerie e un vuoto simbolico nel cuore della città.


Il crollo del campanile non fu del tutto inaspettato. Nei giorni precedenti, segnali di cedimento avevano allertato i presenti, permettendo di evacuare la piazza e prevenire vittime. Tuttavia, le cause del disastro erano radicate in decenni di trascuratezza e interventi maldestri. La relazione finale, pubblicata dieci anni dopo, parlò di "responsabilità larghe, commiste, collettive", attribuendo il crollo a difetti strutturali originari, aggiunte successive inadeguate e danni causati da fulmini.
La reazione della città fu immediata e determinata. La sera stessa del crollo, il comune di Venezia si riunì d'urgenza per deliberare la ricostruzione del campanile, stanziando 500 mila lire dell'epoca. Il celebre discorso del sindaco Filippo Grimani, il 25 aprile 1903, sancì il motto "dov'era e com'era", che guidò la ricostruzione del campanile. Il nuovo campanile, inaugurato il 25 aprile 1912, mantenne l'aspetto originale ma fu costruito con tecniche moderne e materiali più leggeri, garantendo una maggiore stabilità.



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