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Bimba con due mamme: si può

Arriva la sentenza

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La Corte di Appello di Venezia ha emesso una sentenza che rappresenta un importante precedente nel riconoscimento dei diritti delle coppie omogenitoriali. La decisione, resa nota dall’avvocato Alexander Schuster, che assiste le due madri padovane coinvolte, ha dichiarato legittimi gli atti di nascita di una bambina nata nel 2018, figlia di una coppia di donne. La pronuncia ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura Generale presso la stessa Corte e dal Ministero dell’Interno, che avevano contestato la validità di tali atti.

Il caso riguarda una bambina nata nel 2018, la cui nascita era stata registrata con il doppio cognome di entrambe le madri, residenti in Veneto. La vicenda si era sviluppata nel contesto di un procedimento volto a contestare la legittimità dell’iscrizione all’anagrafe di una figlia di due donne, in un momento in cui il procedimento era ancora in corso. La decisione del Tribunale di Padova, che aveva respinto il ricorso della Procura, aveva aperto la strada a un pronunciamento di livello superiore.

La Corte di Appello di Venezia ha richiamato la sentenza della Corte Costituzionale n. 68/2021, che ha stabilito che le pubbliche amministrazioni devono conformarsi ai principi costituzionali e ai diritti fondamentali delle persone, anche in materia di filiazione e famiglia. La sentenza ha quindi riconosciuto che il sindaco del Comune di Padova aveva operato nel rispetto della Costituzione, formando atti di nascita che oggi sono stati giudicati legittimi.

Il legale delle madri ha sottolineato come questa decisione rappresenti una tutela definitiva per l’identità della minore, che ora può vivere serenamente senza il timore di future contestazioni legali. La bambina, che oggi ha sette anni, è stata tra i primi casi a Padova a ricevere il doppio cognome di entrambe le madri fin dalla nascita. La sentenza ha anche validato l’atto di nascita della sorella, nata nel corso del procedimento giudiziario, confermando così la legittimità della famiglia.

Il caso ha suscitato reazioni politiche e sociali. La capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Vanessa Camani, ha commentato che questa sentenza “traccia ormai un solco chiaro” e che le battaglie legali intraprese dal Governo, con spirito di propaganda ideologica, risultano ormai superate. “Cosa serve ancora prima che il Parlamento decida di legiferare e riconoscere diritti sacrosanti e costituzionalmente ineccepibili?”, si è chiesta Camani, evidenziando la necessità di un intervento legislativo che tuteli definitivamente le famiglie arcobaleno.

Il pronunciamento della Corte di Venezia si inserisce in un quadro di crescente attenzione verso i diritti delle coppie omogenitoriali e rappresenta un passo importante verso il riconoscimento giuridico delle famiglie formate da persone dello stesso sesso. La sentenza, infatti, conferma che le decisioni delle autorità amministrative devono rispettare i principi costituzionali e i diritti fondamentali di ogni individuo, indipendentemente dal genere o dall’orientamento sessuale.

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