VOCE
VENEZIA
15.07.2025 - 19:30
Da inizio anno, oltre 1.300 portafogli sono stati svuotati a Venezia, lasciando dietro di sé una scia di vittime illustri e un senso di impotenza tra le forze dell'ordine. Tra i derubati si annoverano sceicchi, consoli e persino la commissaria di polizia che ha ammesso di essere stata derubata mentre faceva benzina. Tuttavia, solo quattro dei 240 ladri colti in flagrante sono finiti in cella, evidenziando una sfida continua tra guardie e ladri.
Le strade di Venezia sono il teatro di una lotta senza fine tra agenti e borseggiatori. Gli agenti, spesso travestiti per confondersi tra la folla, cercano di sorprendere i ladri in azione. Tuttavia, la maggior parte dei borseggiatori riesce a sfuggire alla giustizia, grazie a un sistema legale che richiede una querela di parte per procedere. Questo scoraggia molti turisti stranieri, che preferiscono evitare le complicazioni burocratiche e accettano la perdita come un inevitabile rischio del viaggio. Tra le vittime di questi furti si trovano turisti provenienti da tutto il mondo, attratti dalla bellezza di Venezia. Gli sceicchi degli Emirati e i consoli stranieri non sono immuni a questi attacchi. I ladri, spesso giovanissimi, sono per lo più bambini di etnia rom di età compresa tra i 12 e i 13 anni, provenienti da altre città italiane come Milano e Roma.
Il comandante Marco Agostini, a capo di 400 agenti locali, sottolinea come il sistema attuale non riesca a trattenere i giovani ladri, che tornano rapidamente in strada. La situazione è aggravata dalla mancanza di querele, che impedisce alle autorità di perseguire efficacemente i colpevoli. Questo lascia le forze dell'ordine a combattere una battaglia apparentemente senza speranza, mentre i turisti continuano a cadere vittime dei borseggiatori.
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