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15.07.2025 - 11:27
Il calo delle nascite, ormai un dato di fatto, è al centro delle analisi di istituti statistici nazionali e internazionali. Secondo l'Istat, le nascite sono scese da 420.084 nel 2019 a circa 380.000 nel 2023, con una previsione di ulteriori cali nel 2024. Se questa tendenza non verrà invertita, la popolazione italiana potrebbe ridursi dagli attuali 59 milioni a 54,8 milioni nel 2050, e addirittura a 46,1 milioni nel 2080. Un tasso di fecondità di appena 1,18 figli per donna lascia presagire un impatto economico significativo.
Il calo delle nascite avrà un effetto diretto sulla popolazione in età lavorativa. Attualmente, il rapporto tra cittadini in età lavorativa (15-64 anni) e non lavorativa è di circa tre a due. Tuttavia, entro il 2050, questo rapporto potrebbe scendere a uno a uno. L'Istat prevede che entro il 2050, le persone di 65 anni e più rappresenteranno il 34,5% della popolazione totale. Questo squilibrio demografico avrà conseguenze dirette sul mercato del lavoro e sulla sostenibilità del sistema pensionistico.
Nel 2004, la fascia di età 15-34 anni superava di circa 3 milioni di persone quella dei 50-74 anni. Oggi, la situazione si è invertita, con la fascia più matura che supera di oltre 4 milioni di persone quella più giovane. Questo cambiamento demografico si rifletterà già dal prossimo anno scolastico, con una diminuzione di 134.000 studenti. Se la tendenza non cambierà, la popolazione scolastica potrebbe scendere sotto i 6 milioni di unità nei prossimi 8-9 anni, riducendo ulteriormente il numero di futuri lavoratori.
Secondo Bankitalia, entro il 2040, il numero di persone in età lavorativa si ridurrà di circa cinque milioni, portando a una contrazione del prodotto interno lordo stimata nell'11%. L'Ocse prevede un calo del 34% della popolazione in età lavorativa tra il 2023 e il 2060, uno dei più ampi a livello internazionale. Questo porterà a un aumento del numero di anziani a carico per ogni persona in età lavorativa, con un rapporto che passerà da 0,41 a 0,76.
L'invecchiamento della popolazione comporterà anche un aumento delle spese sanitarie e per il welfare. Il rapporto 2024 Awg prevede un incremento della spesa sanitaria e per la long-term care, con quasi il 40% delle famiglie che sarà composto da una sola persona entro il 2043. La Ragioneria Generale dello Stato prevede una crescita continua della spesa per il welfare, che raggiungerà il 25,1% del Pil nel 2043, per poi decrescere al 22,7% nel 2070.
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