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rovigo
16.07.2025 - 07:22
Dopo il sì del consiglio comunale di Rovigo e il decreto del commissario straordinario di Iras Tiziana Stella di venerdì scorso, ieri anche la Regione ha approvato l’accordo che chiude definitivamente il contenzioso fra Comune di Rovigo, Iras e Regione pone fine alla convenzione del 2004 con la quale il Comune aveva affidato la gestione di Casa Serena all’Iras, sancendo quindi il definitivo ritorno della struttura al Comune.
La delibera contenente l’accordo transattivo è stata approvata ieri dalla giunta regionale e l’assessore a Sanità e sociale Manuela Lanzarin fa sapere che a breve verrà convocata un’apposita conferenza stampa per tirare i fili della lunga vicenda, iniziata già prima del primo commissariamento, nel 2016, che sembra ora arrivata a quell’epilogo inseguito a lungo. Ovvero la salvezza economica di Iras, che al momento ha 258 ospiti e 184 dipendenti.
La transazione arriva dopo la pesantissima sentenza del 13 dicembre 2023 pronunciata dal Tar del Veneto che ha bocciato punto per punto tutte le contestazioni che erano state mosse dall’allora amministrazione guidata da Edoardo Gaffeo con quattro ricorsi, uno principale e tre per motivi aggiunti, dichiarati in parte inammissibili e per il resto rigettati, mettendo nero su bianco che tutto il castello politico-giuridico costruito dall’allora amministrazioni poggiava su premesse errate. Il legale che ha seguito l’amministrazione in quel ricorso ha poi spiegato candidamente nella seduta di consiglio comunale della scorsa settimana che l’impugnazione della sentenza del Tar al Consiglio di Stato aveva il 60% di possibilità di non essere accolta. Meglio transare, meglio tardi che mai. Perché transare si poteva fare anche prima, anche senza essere schiaffeggiati dal Tar e perdere soldi e tempo in un contenzioso che, come hanno stabilito i giudici amministrativi, muoveva da premesse e considerazioni del tutto errate. Ma quella pagina di storia si è chiusa. E nel frattempo Iras ha ridotto la propria esposizione debitoria.
Ora, con l’accordo, si scongiura definitivamente anche lo spauracchio della privatizzazione, che è stata davvero ad un passo con il bando per l’esternalizzazione in project financing della gestione di Iras al quale, entro la scadenza, un anno esatto fa, ha risposto un solo soggetto, che non ha però trovato l’intesa con la Regione. Vero è che resta il “nodo Casa Serena”, vuota e inutilizzata, ma almeno l’Iras può andare avanti rimettendosi “in bolla”. E rimanere pubblico.
L’accordo, infatti, prevede che il Comune versi 1,8 milioni a Iras “a titolo di ammortamento residuo forfettario delle opere”, “somma onnicomprensiva e satisfattiva di qualsiasi eventuale pretesa a qualunque titolo tra le parti sorgente dalla Concessione-contratto sottoscritta il 21 gennaio 2004 e dalla sua cessazione anticipata”.
Da parte sua, la Regione si è impegnata a sostenere il nuovo piano economico finanziario di Iras, immettendo 1,9 milioni di liquidità necessari ad arrivare al saldo e stralcio dei debiti dell’ente, 300mila per i dipendenti, che riceveranno così il 18,3% del fondo risorse decentrate non erogato negli ultimi anni, e per i fornitori “indispensabili all’esecuzione del servizio pubblico”, verso i quali l’esposizione è di circa 3 milioni. Poi le banche dovranno accettare la proposta di saldo e stralcio al 25% dei 5,5 milioni di debiti nei loro confronti. Quando questo avverrà, la zavorra debitoria che Iras ha accumulato nel corso degli anni sarà definitivamente azzerata. E l’ente, che ha chiuso il rendiconto 2024, essendosi “liberata” del peso di Casa Serena, con un attivo di 2.368 euro, poca roba ma decisamente meglio rispetto alla perdita di 5 milioni del 2023, potrà guardare al futuro con occhi diversi.
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