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L'ANNIVERSARIO

415 anni fa moriva Caravaggio

La vita turbolenta e la misteriosa fine del genio dell'arte barocca

Il mistero della morte di Caravaggio: tra arte e leggenda

La morte di Caravaggio, avvenuta il 18 luglio 1610 a Porto Ercole, è avvolta nel mistero. Le cause del decesso non sono mai state chiarite, alimentando speculazioni e ipotesi. Il suo biografo, Giovanni Pietro Bellori, descrisse gli ultimi giorni dell'artista come tormentati da affanno e cordoglio, con Caravaggio che, colto da febbre maligna, si spense in pochi giorni.

Nato a Milano il 29 settembre 1571, Caravaggio è stato un artista rivoluzionario, noto per il suo stile drammatico e l'uso innovativo della luce e dell'ombra. Tuttavia, la sua vita è stata segnata da eventi tumultuosi e controversie che hanno contribuito a costruire la leggenda intorno alla sua figura. Celebre per le sue opere commissionate da nobili ed ecclesiastici, condusse una vita sregolata e spesso violenta. Nel 1606, un episodio segnò un punto di non ritorno nella sua esistenza: durante una rissa a Roma, uccise Ranuccio Tomassoni. Questo evento lo costrinse a fuggire dalla città eterna, poiché condannato a morte. La sua fuga lo portò prima a Napoli e poi a Malta nel 1607, dove il suo carattere irruento lo fece finire nuovamente nei guai, portandolo a un diverbio con un cavaliere e alla conseguente incarcerazione. Tuttavia, la sua permanenza in prigione fu breve, poiché riuscì a evadere e a rifugiarsi in Sicilia, peregrinando tra Siracusa, Messina e Palermo, prima di tornare a Napoli sotto la protezione della potente marchesa Costanza Colonna.


Nel 1610, Caravaggio decise di tornare a Roma, avendo ottenuto la grazia. Partì da Napoli su una feluca, diretto a Palo Laziale. Tuttavia, il destino aveva in serbo per lui un altro colpo di scena: il comandante della guarnigione locale, ignaro della grazia concessa al pittore, lo imprigionò. Durante la sua detenzione, la feluca proseguì il viaggio verso l'Argentario, lasciando Caravaggio indietro. Una volta liberato, si diresse a Porto Ercole, sperando di recuperare tre quadri che rappresentavano il suo lasciapassare per il cardinale Scipione Borghese. Ma la feluca era già partita, lasciando Caravaggio senza i suoi preziosi dipinti.



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