VOCE
L'OMICIDIO
20.07.2025 - 13:13
Il sindaco di Rovigo Valeria Cittadin
Il giorno dopo una nottata atroce per Rovigo, che è il culmine di un mese di violenza da dimenticare per la città, è il sindaco Valeria Cittadin a prendere nuovamente la parola per dire "Basta". La morte di Amine Gara, 23enne di origini tunisine, al culmine di una lite ai giardini delle Due Torri, a mezzanotte di ieri 19 luglio, è l'ennesimo episodio che descrive una città da guerriglia, che non è mai stata.
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"Rovigo non è più disposta a tacere - sono le parole del primo cittadino - La misura è colma. Da settimane assistiamo a episodi che offendono profondamente la nostra città, la sua storia, la sua dignità. Rovigo è ferita, sconvolta, umiliata. E ora dice basta. Non resterò in silenzio. Non resterò immobile. Come Sindaco, è mio dovere – e mia responsabilità – fermare questa deriva. Non possiamo permettere che la nostra città venga trascinata nel degrado, nell’illegalità, nella paura. Questo non è il nostro volto. Questa non è Rovigo".
Mentre le forze dell'ordine sono al lavoro per rintracciare il responsabile o i responsabili del ferimento che ha portato alla morte di Amine Gara, il sindaco promette di non stare con le mani in mano: "Lavorerò a stretto coordinamento con Prefetto, Questore e Forze dell’Ordine. Dobbiamo riprenderci le strade, le piazze, la serenità. Dobbiamo far tornare a regnare l’ordine, quello vero, quello che garantisce a ogni cittadino il diritto di vivere senza terrore, senza violenza, senza insicurezza".
"Non accetteremo più presenze ingombranti, arroganti, fuori controllo - continua A Rovigo c’è posto solo per chi rispetta le regole. Non c’è più tempo per giustificazioni sociologiche o per riflessioni da salotto. Ora è il tempo dell’azione. Questi gruppi vanno perquisiti, controllati, allontanati. Ogni giorno, più volte al giorno. Rovigo deve essere liberata dalla paura".
Il discorso del primo cittadino passa dalla sua "ricetta contro le violenze", allo schieramento ideologico e politico. "Smettiamola con la narrazione tossica dei “buoni contro i cattivi” - Accogliere non significa subire. Non ci può essere accoglienza per chi trasforma le nostre piazze in bivacchi, le nostre notti in incubi, le nostre città in giungle senza regole. Chi esce armato, chi cerca lo scontro, chi porta la guerra nelle nostre strade non vuole integrarsi. Non può far parte della nostra comunità".
Tra l'altro Amine, almeno da quello che emerge dai suoi post su Facebook, era un ragazzo integrato a Rovigo, qui da qualche anno con la famiglia: "Mi spiace per la morte di un ragazzo, - aggiunge Cittadin nel suo discorso - ma chi esce in strada con l’intenzione di fare guerriglia deve sapere che sta scegliendo un campo di battaglia, non una passeggiata. La violenza porta altra violenza. E Rovigo non deve pagare il prezzo della follia di pochi".
"Chi ha creduto al mito dell’accoglienza senza limiti oggi deve prendersi le sue responsabilità. Lo dico chiaramente: quello che sta accadendo è il frutto di anni di buonismo cieco, di ideologie senza contatto con la realtà. Abbiamo riempito le nostre città di giovani senza lavoro, senza regole, senza prospettive. E ora ci troviamo a fare i conti con spaccio, criminalità, controllo del territorio".
E ancora un attacco alla sinistra: "Dico alle sinistre di cantare "Bella Ciao" anche adesso. Cantatela adesso che avete spalancato le porte a un nuovo “invasore”, frutto delle vostre politiche buoniste, della vostra accoglienza cieca. Pensavate davvero che potesse andare diversamente? Riempire il Paese di giovani senza prospettive ha prodotto solo violenza, illegalità, insicurezza. E ora ne paghiamo tutti il prezzo".
La solidarietà ma anche un appello a maggiori risorse per le forze dell'ordine: Servono più agenti, più mezzi, più leggi. E servono subito. Anche la Procura è in difficoltà: mancano organici, mancano risorse, manca la possibilità concreta di rispondere con forza e tempestività. Questo non è più accettabile.
E infine: "Un appello chiaro lo rivolgo agli immigrati onesti, a chi ha scelto Rovigo come casa e rispetta le nostre regole:
È il momento di prendere posizione. Di dire chiaramente da che parte si sta. Abbiamo bisogno di alleati veri, di cittadini che insieme a noi difendano la legalità e la serenità. Non basta essere silenziosi: è il tempo del coraggio. Rovigo non sarà mai una città arrendevole. Combatterò con ogni mezzo istituzionale e legale perché si torni alla normalità. Non ascolterò più consigli da chi ha spalancato le porte a questo disastro. Rovigo si rialza. E non farà sconti a nessuno".
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