VOCE
L'ANNIVERSARIO
21.07.2025 - 17:30
Cosa rende un leader davvero memorabile? È la sua capacità di affrontare le avversità con astuzia e determinazione, o forse la sua abilità nel lasciare un'eredità duratura attraverso l'arte e la cultura? Alfonso I d'Este, duca di Ferrara dal 1505 al 1534, incarna entrambe queste qualità, trasformando il suo ducato in un baluardo di resistenza e innovazione durante uno dei periodi più turbolenti della storia italiana. Proprio nel 1509 combattè e vinse a Polesella.
Alfonso I d'Este, nato nel 1476, sembrava destinato a una vita di scapestratezza e disinteresse per la politica. Tuttavia, al momento di salire al potere, dimostrò una saggezza inaspettata. Abolì la vendita delle cariche pubbliche e ridusse le tasse più onerose, guadagnandosi il rispetto del popolo. La sua ascesa al potere fu segnata da un matrimonio strategico con Lucrezia Borgia nel 1502, che si rivelò una compagna affidabile e affettuosa, smentendo le dicerie che la circondavano.
Il ducato di Ferrara non poté evitare di essere coinvolto nelle guerre che insanguinarono l'Italia. Alfonso dovette affrontare la minaccia di Venezia, che invase i territori settentrionali del ducato. Grazie all'astuzia del fratello cardinale Ippolito, Ferrara riuscì a vincere la battaglia fluviale di Polesella, liberandosi dall'incubo veneziano. Ma le sfide non finirono qui: i papi Giulio II e Leone X tentarono di rivendicare Ferrara, ma Alfonso resistette con tenacia, mantenendo intatto il suo ducato.
Alfonso I d'Este non fu solo un abile stratega politico e militare, ma anche un grande promotore delle arti. Sotto il suo patronato, artisti come Dosso Dossi, Tiziano e Giovanni Bellini arricchirono Ferrara con opere straordinarie. Il suo leggendario Appartamento dei Camerini, purtroppo scomparso, era un simbolo del suo amore per l'arte. Inoltre, la sua corte ospitò il celebre poeta Ludovico Ariosto, autore dell'Orlando Furioso.
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