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LA STORIA

“Alle slot perso la dignità”

Il drammatico racconto di una vittima di ludopatia

“Alle slot perso la dignità”

Un milione e mezzo di italiani sono classificati come giocatori problematici, con una crescita allarmante del fenomeno, soprattutto online. E in Polesine - lo dicono i dati che abbiamo pubblicato ieri - ci si gioca la bellezza di mezzo miliardo di euro l’anno.

Le storie dietro questi numeri sono fatte di speranza tradita, debiti crescenti e vite sconvolte. Per cercare di capirne di più, abbiamo parlato con Marco (il nome è ovviamente di fantasia), un uomo di 54 anni, residente nell’Alto Polesine e impiegato in una ditta di autotrasporti, che al gioco d’azzardo ha sacrificato tutto.

Marco, come hai iniziato?

“Ho iniziato con le scommesse sportive, qualche euro per divertimento, come tanti. Vedevo le pubblicità ovunque, sui siti, in tv. Sembrava innocuo. All’inizio vincevo anche, piccole somme, e quella sensazione di euforia, di essere ‘bravo’, mi dava una scarica di adrenalina incredibile. Poi sono passato ai casinò online, alle slot virtuali. Lì la velocità è un’altra cosa, non c’è il limite di una schedina o di un evento sportivo. Puoi giocare e perdere centinaia di euro in pochi minuti”.

Qual è stato il punto di non ritorno?

“Non c’è stato un punto specifico, è stato un declino graduale, insidioso. Prima spendevo i soldi extra, poi quelli destinati allo svago, poi quelli per le bollette. Le bugie iniziavano a diventare la normalità. Dicevo a mia moglie che avevo avuto un imprevisto, che mi servivano soldi per una riparazione urgente alla macchina. Ma erano tutti per il gioco. La notte era il momento peggiore. Tutti dormivano, e io ero lì, davanti allo schermo, in un mondo parallelo dove pensavo di poter recuperare tutto, di vincere quella somma che mi avrebbe salvato. Invece perdevo, sempre di più”.

Che differenza c’è tra il gioco online e quello fisico?

“E’ un mostro diverso, ma sempre un mostro. Nelle sale fisiche c’è un minimo di controllo, orari, persone che vedi e la paura di essere riconosciuto. Online è diverso. E’ sempre accessibile, a portata di mano, sul tuo telefono, sul tuo computer. Non ci sono orari, non ci sono sguardi giudicanti. Ti senti al sicuro, nascosto dietro uno schermo, e questo rende tutto più facile, più veloce e più devastante. Non hai il tempo di pensare, le puntate si susseguono a un ritmo folle. E poi ci sono le promozioni, i bonus che ti illudono di avere più possibilità di vincere”.

Quali sono state le conseguenze di questa tua ludopatia?

“Ho perso quasi tutto. I debiti sono enormi ma, soprattutto, ho perso la fiducia della mia famiglia. Mia moglie ha più volte minacciato di lasciarmi, i miei figli non mi guardano più come prima. Anche al lavoro non è più come prima perché la mia testa era sempre lì, a pensare al prossimo ‘colpo’, a come recuperare. Ho perso la dignità. Anche la salute ne ha risentito. L’ansia e la depressione sono compagne costanti”.

C’è qualcosa che vorresti dire a chi si trova in una situazione simile o a chi sta iniziando a giocare online?

“A chi sta iniziando, dico: fermatevi. Non credete alle illusioni di vincita facile. Il banco vince sempre, e tu perdi la tua vita, i tuoi affetti, la tua dignità. A chi è già dentro, dico che c’è una via d’uscita. E’ difficile, dolorosa, ma esiste. Non vergognatevi di chiedere aiuto. Non siete soli. Io ho iniziato un percorso, con fatica, ma ci sto provando. E’ l’unica speranza che mi resta”.

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