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rovigo
21.07.2025 - 07:42
A Rovigo arriveranno i rinforzi. E presto. Lo annuncia la prefettura, al termine della riunione tecnica di coordinamento convocata d’urgenza ieri, a mezzogiorno, e terminata soltanto dopo le 16. Disposte, dunque, ulteriori misure di intervento rispetto a quelle stabilite soltanto due giorni prima, all’indomani della terribile aggressione con violenza sessuale consumatasi alla stazione ferroviaria.
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In città arriveranno ulteriori agenti della polizia, anche dal reparto Celere di Padova, “che saranno impiegati nei principali punti di aggregazione della città”, annunciando dalla prefettura che, in una nota, parla di “sempre più stretta sinergia con l’amministrazione comunale e con le principali espressioni del territorio”.
E proprio il Comune, che ha partecipato all’incontro con il vicesindaco Andrea Bimbatti e l’assessore alla sicurezza Michele Aretusini, è al lavoro per ampliare ulteriormente il circuito della videosorveglianza e potenziare l’illuminazione pubblica, anche per consentire alle telecamere di essere maggiormente efficaci. Disposta anche l’attivazione del terzo turno, quello serale, del corpo di polizia locale, in tempi quanto più rapidi possibili.
Il tavolo, presieduto dal prefetto Franca Tancredi, ha visto anche la partecipazione dei referenti delle principali comunità islamiche di Rovigo e provincia. Le comunità straniere sono state invitate “alla massima collaborazione con le forze di polizia per l’individuazione dei responsabili” e “ad improntare, in generale, il proprio atteggiamento ad un’attiva collaborazione con le istituzioni in un’ottica di prevenzione di ogni forma di illegalità e per la condivisione di percorsi di sensibilizzazione all’assunzione di comportamenti ispirati al rispetto delle regole, per una migliore integrazione”.
L’idea di coinvolgere gli imam è legata alla speranza che queste figure, con la propria autorità e il proprio radicamento nella “rete” di connazionali, possano compiere un primo passo verso la individuazione e il recupero dei ragazzi ora abbandonati in sacche di marginalità. Ottime intenzioni, quindi, ma tradurle in realtà potrebbe non essere così semplice, come gli stessi religiosi hanno spiegato. Il legame di tanti giovani con i precetti islamici, ma anche con la comunità di connazionali, infatti, in molti casi ormai appare estremamente labile, con questi ragazzi sempre più soli, isolati e difficilmente raggiungibili.
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