Cerca

ORRORE SOTTO LE TORRI

“Il saluto, poi quelle bottigliate”

La dinamica dell’aggressione mortale raccontata dagli amici della vittima e del ferito

“Il saluto, poi quelle bottigliate”

Un saluto, reciproco, come se nulla fosse. Poi, le bottigliate che hanno ucciso Amine Gara, 22 anni, marocchino, ferito gravemente un 30enne, tunisino, tuttora in ospedale in prognosi riservata, e prodotto lesioni superficiali ad altri componenti del gruppo.

Per approfondire leggi anche:

L’orrore è iniziato così, verso le 23.30 di sabato, nei giardini delle Torri, secondo il racconto della compagnia di Amine. Le testimonianze dei presenti, in questo senso, sono abbastanza concordi.

Il gruppo di pakistani arriva, Amine si alza per salutarli, stringe mani, poi si volta per tornare dagli amici, e scatta l’aggressione mortale. A colpi di bottiglie rotte, piuttosto che di coltellate, come si era pensato in un primo momento. Non che il risultato, tragico, cambi: quei fendenti sono risultati tremendi, mortali.

Ma perché è accaduto tutto questo? E’ l’aspetto che gli investigatori debbono chiarire. C’è stato qualcosa a monte, qualche rancore, qualche ruggine, qualche episodio che possa avere motivato una violenza simile? Le indagini proseguono, affidate al personale della squadra mobile della questura di Rovigo.

Sono stati ascoltati non solo i componenti del gruppo preso di mira con l’aggressione, ma anche i numerosi testimoni presenti in quel momento. Che sono tanti, anche se, come spesso avviene in queste circostanze, ognuno di loro può avere visto solo una parte della dinamica complessiva. Del resto, era un sabato sera d’estate, nel cuore della città, con tutti i locali aperti e a un’ora non particolarmente tarda. Tanti in giro, tanti hanno assistito.

Una buona base di partenza, insomma, per le indagini.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400