VOCE
CRONACA
21.07.2025 - 20:00
Tre giorni di permesso retribuito in caso di morte, e otto ore l’anno in caso di malattia, per prendersi cura di cani o gatti domestici. È quanto prevede una nuova proposta di legge firmata dal deputato Devis Dori di Alleanza Verdi e Sinistra. Una misura che ha acceso un vivace dibattito politico e mediatico, spaccando l’opinione pubblica tra sostenitori e critici.
Secondo Dori, promotore dell’iniziativa, è arrivato il momento di riconoscere legalmente l’importanza affettiva degli animali domestici nella vita delle persone: “Sono a tutti gli effetti parte del nucleo familiare – ha dichiarato a Open –. Tutti conosciamo il dolore che può causare la loro perdita o la loro malattia. È giusto che i proprietari abbiano il diritto di elaborare il lutto o di assisterli quando stanno male”.
Il testo si riferisce esclusivamente agli “animali d’affezione”, specificando cani e gatti come unici destinatari dei benefici previsti.
Ma non tutti sono d’accordo. Dal centrodestra arriva l’obiezione che una normativa a tutela degli animali già esiste: è la cosiddetta legge Brambilla, dal nome di Michela Vittoria Brambilla, ex Forza Italia, oggi con Noi Moderati, storicamente impegnata nella difesa degli animali. La legge – ricordano – ha introdotto il riconoscimento degli animali come esseri senzienti, il rafforzamento delle sanzioni contro i maltrattamenti, nuove tipologie di reato, responsabilità amministrative per gli enti e strumenti procedurali più efficaci.
Non solo: la legge in vigore prevede anche un maggiore coordinamento tra le forze dell’ordine e la formazione specifica degli operatori coinvolti nella tutela animale.
Tuttavia, la proposta presentata da Dori tocca un aspetto ancora poco normato: il rapporto tra vita lavorativa e affettività animale. Un tema che potrebbe interessare milioni di italiani. Secondo un’indagine Ipsos del 2024, infatti, il 56% delle famiglie nel nostro Paese possiede almeno un animale da compagnia, una percentuale in costante crescita.
Il dibattito è destinato a continuare. Da un lato, chi vede nel provvedimento un passo avanti sul fronte dei diritti affettivi; dall’altro, chi teme una sovrapposizione normativa o una banalizzazione delle tutele già esistenti. In mezzo, milioni di cittadini che ogni giorno condividono la propria vita con un amico a quattro zampe.
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