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la novità
21.07.2025 - 15:00
A partire dal 7 giugno 2026, l'Unione Europea introdurrà una normativa rivoluzionaria che promette di cambiare radicalmente il panorama lavorativo: la trasparenza salariale diventerà obbligatoria. Questo significa che ogni lavoratore avrà il diritto di conoscere quanto guadagnano, in media, i colleghi nello stesso ruolo, con una distinzione per genere. Un passo significativo verso la riduzione del gender pay gap, che in Italia si attesta al 5,6% in media.
In Italia, il divario salariale tra uomini e donne è particolarmente evidente nel settore privato, dove raggiunge il 15,9%, rispetto al 5,2% del settore pubblico. Paola Profeta, pro-rettrice per la Diversità, inclusione e sostenibilità all’Università Bocconi di Milano, sottolinea come il vero problema sia il basso tasso di occupazione femminile, il più basso in Europa. Le nuove norme europee richiederanno alle aziende di indicare chiaramente la fascia di retribuzione negli annunci di lavoro e di vietare la richiesta dello storico salariale durante i colloqui.
Le aziende saranno obbligate a fornire informazioni dettagliate sui criteri retributivi e sui livelli salariali, suddivisi per genere. Questo non solo promuoverà la trasparenza, ma costringerà le imprese a rivedere le proprie politiche salariali. Se il divario salariale supera il 5% senza una giustificazione oggettiva, le aziende dovranno intervenire per correggere la situazione, pena sanzioni. Inoltre, l'onere della prova sarà invertito: spetterà all'azienda dimostrare l'assenza di discriminazione.
Mattia Pirulli, segretario confederale della Cisl, evidenzia l'importanza del coinvolgimento delle parti sociali nella definizione dei criteri di valutazione del lavoro. La contrattazione collettiva di settore sarà fondamentale per stabilire cosa si intende per "lavoro di pari valore" e per garantire che le nuove norme siano applicate in modo equo ed efficace.
Questa normativa rappresenta un passo avanti significativo verso l'uguaglianza di genere nel mondo del lavoro. La trasparenza salariale non solo aiuterà a ridurre il gender pay gap, ma promuoverà anche una cultura aziendale più equa e inclusiva. Le aziende dovranno adattarsi a queste nuove regole, ma il risultato sarà un ambiente lavorativo più giusto per tutti.
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