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“Timido e sorridente”: il ricordo di Amine

Le parole di chi lo conosceva

“Timido e sorridente”: il ricordo di Amine

“Era educato, silenzioso. Provava persino imbarazzo a salutarti. Una volta mi ha aiutata a portare la spesa di Aldi fino a casa, senza dire una parola di troppo. Mi salutava sempre con un sorriso timido, gentile, rispettoso. Non mi ha mai importunata, mai mancato di rispetto, mai fatto nulla che lasciasse immaginare un epilogo del genere”.

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E’ così che Manuela, amica di Amine Gara, 22 anni, il ragazzo ucciso sabato sera, ricorda quel giovane. “E ora - prosegue - leggo che è lui il ragazzo morto. Amine Gara. Accoltellato. Come se la vita valesse niente. Mi si spezza il cuore. Non so cosa sia successo davvero, non so chi abbia fatto cosa. So solo che un ragazzo buono, per come l’ho conosciuto io, non c’è più. E questo fa male. Fa paura. Fa rabbia. Rovigo non può diventare un posto dove si muore così. Non è giusto. Non per lui. Non per nessuno”.

Amine era arrivato in Italia alcuni anni fa, attraversando il mare. Accolto in una comunità, dopo un periodo di lavoro che non aveva soddisfatto le sue aspettative, risultava non avere occupazione. Sui social, le foto lo ritraggono sorridente, sovente proprio in quei giardini delle Torri dove, secondo le prime ricostruzioni, è stato ferito a morte. In Italia non aveva parenti e, forse, quelle foto serene, piene di vita, erano un messaggio anche agli affetti lontani: “Sto bene, sono sereno, non preoccupatevi per me”. Poi, tutto è cambiato in un attimo.

Ieri sera, alle 20.30, in piazza Matteotti si è tenuta una veglia di preghiera per ricordare Amine.

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