VOCE
BELLUNO
22.07.2025 - 18:17
Rubato nella notte tra il 24 e il 25 agosto 1973 dal Museo Civico di Belluno, il dipinto è stato finalmente restituito alla sua casa originaria dopo 52 anni di assenza. Questo straordinario recupero è il risultato di un'indagine complessa e di una collaborazione internazionale che ha coinvolto diverse figure chiave.
Il dipinto, che era stato donato al museo nel 1872, è scomparso in circostanze misteriose, finendo nelle mani del Barone de Dozsa, che lo acquistò in buona fede. Alla morte del barone, la vedova Barbara de Dozsa ha tentato di venderlo all'asta nel 2017, ignara della sua provenienza illecita. È stato allora che l'esperto d'arte Mauro Lucco ha riconosciuto l'opera, dando il via a una serie di eventi che hanno portato al suo recupero. Il comandante del Tpc, Giuseppe Marseglia, ha sottolineato l'importanza della diplomazia e della tenacia nel riportare il dipinto a Belluno. L'avvocato Christopher Marinello, con radici bellunesi e naturalizzato inglese, ha giocato un ruolo cruciale, orchestrando una delicata operazione diplomatica per superare le resistenze culturali e legali tra Italia e Regno Unito. Il successo di questa operazione è stato possibile grazie alla stretta collaborazione tra il conservatore del Museo Civico di Belluno, Carlo Cavalli, il Nucleo Carabinieri Tpc di Venezia, e la Soprintendenza Abap di Venezia e Laguna. Il coordinamento della Procura di Belluno ha permesso di avanzare richieste di assistenza giudiziaria alle autorità inglesi, culminando nel ritorno del dipinto in Italia nel maggio 2025.
Nonostante il trionfo di questa operazione, il lavoro non è ancora finito. Come ha ricordato Marseglia, ci sono ancora molte opere d'arte da recuperare, tra cui sette dipinti e diverse sculture del Museo Civico di Belluno.
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