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Obiettivo: rientrare in chiesa entro 10 giorni

Il parroco: “Ora la messa in sicurezza con una rete. Poi ragioneremo su restauro e raccolta fondi”

Obiettivo: rientrare in chiesa entro 10 giorni

“Primo obiettivo la riapertura in sicurezza della chiesa”. E’ questo il pensiero di don Matteo De Mori, parroco moderatore dell’Unità pastorale di Badia Polesine e le sue frazioni, a un paio di giorni dal parziale crollo del controsoffitto dell’edificio che ha subito portato alla momentanea chiusura del luogo di culto.

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Come anticipato dal sacerdote, a inizio settimana i tecnici hanno visionato il danno nell’arcipretale, iniziando così a delineare quello che sarà il percorso per la riapertura ai fedeli della principale chiesa della cittadina altopolesana.

“I tecnici sono venuti a vedere il danno e non ci sono particolari aggiornamenti se non che hanno stabilito che il crollo non è dipendente da infiltrazioni d’acqua - aggiorna il parroco - ora la prima cosa da fare è mettere in sicurezza l’area e quindi i prossimi giorni saranno finalizzati a questo obiettivo. Non so di preciso quanto tempo ci vorrà, penso che si tratterà al massimo di dieci giorni per poter rientrare in sicurezza".

"Di sicuro - prosegue don Matteo - il momento che ci separa dalla riapertura si misura in giorni non in mesi, penso che probabilmente verrà tesa una rete di sicurezza nell’area interessata. Una volta risolta la questione della messa in sicurezza e riapertura, si ragionerà sul restauro completo, che richiederà altro tipo di valutazioni e altri tempi, oltre a progetti per la raccolta dei fondi necessari”.

Come già annunciato direttamente da monsignor De Mori ed anche nell’avviso di chiusura apposto sul portale dell’arcipretale, al momento tutte le funzioni religiose sono confermate agli stessi orari e saranno svolte all’oratorio della Madonna della Salute, ad eccezione dei funerali che si terranno nella chiesa della frazione di Salvaterra.

Il crollo che ha causato la chiusura dell’arcipretale è avvenuto domenica mattina, ad appena qualche minuto dalla conclusione dell’ultima messa; un momento in cui l’arcipretale si trovava fortunatamente vuota. Come spiegato in precedenza da don Matteo, a staccarsi è stata una porzione di controsoffitto, da intendersi “come parte decorativa e non strutturale”.

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