VOCE
DA ROMA
22.07.2025 - 13:50
In un clima di indignazione e sconcerto, il monumento dedicato a Giacomo Matteotti, situato sul lungotevere Arnaldo da Brescia, è stato oggetto di un vile atto vandalico. A poche settimane dalla conclusione dell'anno del centenario della sua morte, due lapidi commemorative sono state distrutte da ignoti, tra cui quella del 1999 che recava la celebre frase "uccidete me ma non uccidete la mia idea". Questo gesto ha suscitato una reazione trasversale di condanna da parte del mondo politico e della società civile, evidenziando quanto la figura di Matteotti sia ancora oggi simbolo di libertà e resistenza contro l'oppressione.
Il vicepremier Antonio Tajani e il ministro della Cultura Alessandro Giuli sono stati tra i primi a esprimere il loro sdegno. Tajani ha definito l'atto "grave" e un "attacco alla memoria di un italiano caduto per la libertà di tutti noi". Giuli, recatosi immediatamente sul posto, ha reso omaggio al monumento con un gesto simbolico, sottolineando l'urgenza di porre fine a tali atti di profanazione. Anche i presidenti del Senato e della Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, hanno condannato l'accaduto, ricordando il sacrificio di Matteotti per la difesa dei suoi ideali. Dal centrosinistra, la segretaria del Pd Elly Schlein ha deposto un mazzo di rose rosse al monumento, definendo il danneggiamento "un insulto alla memoria di chi ha combattuto per la libertà". Giuseppe Conte, leader del M5s, ha ribadito l'importanza di preservare i valori per cui Matteotti ha sacrificato la vita.
Elena Matteotti, nipote del deputato socialista, ha espresso il suo dolore e la sua preoccupazione, affermando che "il fascismo non è mai morto" e auspicando che questo episodio scuota l'opinione pubblica e il governo. Anche l'Anpi ha condannato l'atto, sottolineando come la figura di Matteotti continui a rappresentare un faro di integrità morale e politica. Nel frattempo, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e l'assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio hanno incaricato la Sovrintendenza di ripristinare il monumento. Le indagini dei carabinieri sono in corso per identificare i responsabili, mentre si valuta l'installazione di un sistema di videosorveglianza dedicato, come proposto da Azione e dal suo leader Carlo Calenda.
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