VOCE
la tragedia di Giulia
23.07.2025 - 08:26
Il prossimo 14 novembre, l'aula bunker di Mestre sarà teatro di un processo d'appello che promette di essere cruciale per il futuro di Filippo Turetta, accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin. La Corte d'Assise d'Appello di Venezia, presieduta da Michele Medici, si riunirà per esaminare il caso che ha già visto una condanna in primo grado, con l'imputato che ha ricevuto una pena severa, l'ergastolo, e l'obbligo di risarcire i familiari della vittima per i gravi danni subiti.
L'avvocato Stefano Tigani, rappresentante del padre di Giulia, ha sottolineato l'importanza di una ricostruzione precisa e rigorosa dei fatti. "Non esiste sentenza giusta se i fatti che la sorreggono non sono stati prima ricostruiti, accertati, qualificati con esattezza", ha dichiarato Tigani, affiancato dai colleghi Nicodemo Gentile e Piero Coluccio, che assistono rispettivamente la sorella e lo zio della vittima. Per loro, la ricerca della verità storica è fondamentale, non per ottenere una pena esemplare, ma per comprendere a fondo un problema complesso.
In un contesto di riflessione più ampio, Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha espresso un pensiero significativo: "Un blog sul patriarcato può essere utile a educare. Se Turetta avesse seguito un corso di emotività, avrebbe capito il no di Giulia". Le sue parole evidenziano l'importanza dell'educazione emotiva e della comprensione dei segnali relazionali, elementi che potrebbero prevenire tragedie simili in futuro.
L'udienza del 14 novembre rappresenta un momento cruciale non solo per la famiglia Cecchettin, ma anche per il sistema giudiziario italiano, chiamato a bilanciare giustizia e verità. La procura generale sosterrà l'accusa, mentre l'avvocato Giovanni Caruso difenderà Turetta, cercando di evitare l'ergastolo per il suo assistito. La sentenza avrà un impatto significativo, non solo per le parti coinvolte, ma anche per la società, che osserva con attenzione l'evolversi di questo caso.
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