VOCE
allarme truffa
24.07.2025 - 08:23
Un nuovo e sofisticato inganno sta mietendo vittime tra i cittadini di Padova, sfruttando la paura di vedersi svuotare il conto in banca. Negli ultimi mesi, e in particolare nelle ultime settimane, decine di padovani sono stati raggirati da una truffa che si avvale di finti sms bancari e falsi carabinieri, inducendo le vittime a trasferire i propri risparmi direttamente nelle mani dei truffatori.
Il raggiro inizia con un sms inviato da un numero sconosciuto, che informa la vittima di un presunto bonifico effettuato dal suo conto. Il messaggio, apparentemente inviato da una banca o da un operatore digitale come Nexi, invita a contattare un numero di cellulare per ulteriori informazioni. Spaventata dall'idea di un furto in corso, la vittima chiama il numero indicato, trovandosi a parlare con un falso operatore che la convince di una truffa in atto da parte di un dipendente infedele della banca.
Alla vittima viene suggerito di contattare i carabinieri, fornendo un numero fisso che, in realtà, non appartiene al comando. Risponde una voce con accento napoletano, che conferma la truffa e promette l'intervento di un collega. Poco dopo, la vittima riceve una chiamata da un altro falso carabiniere, che la informa di un'indagine in corso e la invita a trasferire i propri soldi su un conto sicuro, fornendo un Iban sconosciuto.
La vittima, come nel caso di Laura, viene istruita a recarsi in banca mantenendo aperta la telefonata con il falso carabiniere, per "acquisire prove" contro i dipendenti infedeli. Questo stratagemma permette ai truffatori di ottenere ulteriori informazioni e di clonare il telefono della vittima, intercettando tutte le chiamate in entrata. Anche le banche, che tentano di contattare la vittima per verificare l'operazione sospetta, si trovano a parlare con i truffatori.
Dopo aver effettuato il bonifico, alla vittima viene suggerito di recarsi dai veri carabinieri per formalizzare la denuncia. Tuttavia, spesso i truffatori riescono a convincere le vittime a effettuare ulteriori bonifici, sostenendo che ci siano ancora soldi da mettere in salvo. Solo di fronte ai veri carabinieri di Prato della Valle o di via Rismondo, le vittime si rendono conto di essere state truffate, trovandosi con il conto svuotato e poche speranze di recuperare i propri soldi.
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