Addio Hulk Hogan: il mito immortale

Hulk Hogan, icona del wrestling mondiale è scomparso ieri all'età di 71 anni. Tra i tanti che ne piangono la scomparsa, c'è Jhonny Puttini, un veronese classe '91, che ha lasciato il suo posto fisso da operaio elettrico per inseguire il sogno di arbitrare incontri di wrestling in tutto il mondo.


Puttini racconta con emozione il suo primo incontro con Hogan, avvenuto in un locale di Tampa. "Ero in tour negli Stati Uniti e ho deciso di visitare uno dei locali di Hulk. Quando ho incrociato il suo manager, gli ho raccontato la mia storia. In un attimo mi sono ritrovato sul palco a cantare 'Volare' di fronte a lui, strappandomi la maglietta come tributo al mio eroe. È stato un momento che non dimenticherò mai". Per Puttini, Hogan non era solo un wrestler, ma un simbolo, un Maradona del ring. "L'ho scoperto guardando Italia Uno e mi ha subito colpito. A 15 anni mi vestivo come lui. Ha incarnato il wrestling, l'ha reso popolare e accessibile a tutti".


Hogan, figlio di immigrati con origini italiane, ha avuto una vita complessa, segnata da successi e scandali. "Nonostante tutto, ha sempre lanciato messaggi positivi: incoraggiava i ragazzi a fare i compiti, a mantenersi in salute e a praticare sport", ricorda Puttini. L'immagine di Hogan, con i suoi baffi biondi e la bandana, è diventata un cult. "Ha investito tanto nella sua immagine, e questo l'ha reso immortale. È un peccato che non sia mai stato in Italia, ma il suo impatto è stato globale", conclude Puttini.