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orrore sotto le torri

“Amine, morto due volte”

La riflessione del don

“Amine, morto due volte”

“Per te, un fiore e una candela. Per te, ritornerò ad abitare uno spazio, i nostri spazi. Per te, chiederò legalità e rispetto, a partire da me e dagli altri, a partire dalle mie parole e dai miei giudizi. Per te, sarò più forte della paura. Per te, cercherò di guardare più lontano. Per te, non verrò meno, né mi chiuderò in facili frasi fatte. Per te, non assedierò né la città né l’anima, ma percorrerò nuove vie”.

Una riflessione, una preghiera, un flusso di coscienza. Già, la coscienza. Don Andrea Varliero è intervenuto con uno scritto quasi poetico, amaro, sulla morte di Amine Gara il 22enne ucciso sabato in piazza Matteotti. “Amine. Amin. Amen - nota don Andrea - Il tuo è un nome che conosco bene, sta sulle mie labbra ogni volta che prego, ogni volta che chiudo le labbra, amen. Non più figlio di una terra al di là del mare, non ancora figlio di questa terra, figlio di nessuno. Uno di meno, abbiamo sentenziato, abbiamo gridato con tutto il nostro livore represso. Uno di meno. Morto due volte. Ai piedi di un monumento di un uomo ucciso dall’odio, che ancora ripete: uccidete me, ma non l’idea che è dentro di me".

"Amine, ti chiedo perdono, se qui non hai saputo trovare altro che noia e rifiuto, se qui la vita è stata solo polvere alle nostre sorde disperazioni, se non hai potuto trovare altro che un collo di bottiglia sfregiato. Ti chiedo perdono, se per te la parola pietà e silenzio non hanno risuonato, se ancora ti consideriamo al di sotto di un essere umano. Ti chiedo perdono, se ti ho considerato una bestia indegna. Amine, sono tempi duri, tempi impossibili, tempi disumani. Tempi di guerra, contrapposti gli uni contro gli altri. Noi contro di voi. Voi contro di noi. Noi impauriti, voi impauriti. Noi con l’odio e la paura dentro, voi con l’odio e la paura fuori. E gode chi vi ha usati come armi umane, chi ha mantenuto la promessa a disumanizzarci. Amine, violenta è stata la notte nel cuore della città, manchi all’appello della vita. Forse, fratello Amine, aldilà del mare, ci ritroveremo. E sarà tempo di Paradiso. Amine. Amen”.

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