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SOCIETA’ PARTECIPATE

As2, i sindacati entrano nelle aule

Primo banco di prova ad Adria. E il vicesindaco Simoni apre: “Bene, ma riferisca anche il cda”

As2, i sindacati entrano nelle aule

Le organizzazioni sindacali Filctem, Femca e Uiltec e le Rsu dei lavoratori di As2 sono pronte ad intervenire in tutti i consigli comunali dei Comuni soci, a partire da Adria, per spiegare le ragioni dello stato di agitazione e, soprattutto per cercare delle soluzioni alla crisi dell’azienda. Non accenna, infatti, a placarsi la preoccupazione dei dipendenti di As2, una cinquantina in tutto. L’azienda partecipata da numerosi enti pubblici polesani tra i quali 48 comuni, che offre servizi tecnologici e strumentali alle pubbliche amministrazioni, ha chiuso il 2024 con un pesante passivo nei conti e il 2025, stando alle previsioni, rischia di chiudersi altrettanto in rosso mente il piano di risanamento che il cda si era impegnato a presentare entro 60 giorni dall’approvazione del bilancio, ossia entro luglio, ha subito una potente battuta d’arresto. E così, dopo il vertice in prefettura con i sindacati concluso con un nulla di fatto, giovedì scorso si è svolta l’assemblea dei lavoratori nella sede della società. Nell’occasione i sindacati e le Rsu, attraverso un comunicato, spiegano di aver “informato i dipendenti della mancata presenza al tavolo prefettizio del consiglio di amministrazione, il quale ha preferito uscire sulla stampa per esporre le proprie considerazioni”.

Su questo punto, in particolare, i sindacati e le Rsu spiegano: “In merito alle deduzioni esposte dal cda possiamo solo rilevare che sono le stesse di quattro mesi fa e che ad oggi non hanno prodotto alcun risultato concreto per l’azienda, e ciò è stato motivo di attivazione dello stato di agitazione. Risulta paradossale, inoltre, che dopo aver disertato un tavolo istituzionale di conciliazione, il cda definisca le dichiarazioni dei sindacati ‘strumentali e fuorvianti’”. Secondo i sindacalisti, “se il cda avesse avuto argomentazioni valide, progetti sicuri su cui fare affidamento, per sicuri si intende contratti e affidamenti già sul tavolo e di importi congrui al risanamento aziendale, avrebbe potuto rasserenare gli animi di tutti i lavoratori presentandosi alla convocazione ricevuta già l’8 luglio. Ma così non è andata. Dalle considerazioni del cda si evince, inoltre, che i potenziali nuovi contratti ‘si dovrebbero’ stipulare con soggetti che non sono parte della compagine societaria; ci si chiede, quindi, se i soci siano stati coinvolti in questo piano di rilancio visto che l’80% del fatturato deve essere realizzato con questi ultimi”.

A questo punto, con il tavolo in prefettura decretato chiuso lo scorso 21 luglio e fallito il tentativo di conciliazione, Filctem, Femca e Uiltec e le rsu hanno “ricevuto dall’assemblea dei lavoratori il mandato a procedere”. E il primo passo è di chiedere “di essere ascoltati nei consigli comunali di tutti soci di As2”. Adria, su questo, è in prima fila. L’assessore alle partecipate Federico Simoni, infatti, spiega: “In un precedente consiglio comunale, avevamo affrontato il tema As2 ed avevamo votato all’unanimità una mozione con lo scopo di convocare in aula il cda dell’azienda per conoscere che cosa stia facendo, quali siano le strategie per il rilancio e lo sviluppo futuro. Ma vista la richiesta che accogliamo favorevolmente, apriremo il consiglio alla partecipazione dei sindacati e delle Rsu. In pratica, oltre al cda, aggiungiamo la voce dei lavoratori perché, come dicono gli stessi sindacati, come ha sostenuto il cda e pure noi soci, bisogna rilanciare con azioni concrete l’azienda. Il tempo delle parole è finito, scaduto. E’ passato un anno dall’insediamento del cda: valutiamo che cosa è stato fatto e come andare avanti, preservando i posti di lavoro e la società, aumentandone i servizi e incrementando gli attuali affidamenti”.

Il tema As2 approderà dunque in aula a palazzo Tassoni “nella prima seduta utile, a settembre - conclude Simoni - confidando che nel frattempo anche il cda abbia qualcosa di concreto da presentare perché non è più il momento delle parole. E’ il momento della responsabilità collettiva”.

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