VOCE
LO STUDIO
25.07.2025 - 12:55
Un recente studio pubblicato su Nature l'11 giugno 2025, condotto in Francia, ha rivelato che le differenze di performance tra maschi e femmine in matematica non sono innate, ma si sviluppano già nei primi anni di scuola. Questa scoperta mette in luce l'importanza di affrontare gli stereotipi di genere che influenzano l'educazione delle bambine. La ricerca ha coinvolto quasi tre milioni di alunni tra i 5 e i 7 anni, dimostrando che il divario di genere in matematica emerge già durante il primo anno di scuola primaria. Dopo soli quattro mesi, i voti dei maschi superano quelli delle femmine, e questa tendenza continua a crescere entro la fine dell'anno scolastico. In Italia, il rapporto Invalsi 2025 conferma che le bambine ottengono risultati inferiori ai coetanei maschi già alla fine della seconda primaria, con un divario che si amplia fino alla scuola superiore.
Secondo Luca Trappolin, ricercatore e professore aggregato di Sociologia all'Università di Padova, il divario di genere in matematica è influenzato da fattori sociali e culturali. Già nella scuola dell'infanzia, le bambine vengono incoraggiate verso abilità linguistiche e creative, mentre i bambini sono spinti verso attività logico-matematiche. Questo meccanismo di incoraggiamento differenziato contribuisce a radicare lo stereotipo che il ragionamento logico sia una prerogativa maschile.
Nonostante gli sforzi per avvicinare le studentesse alle materie STEM, il percorso verso la parità è ancora lungo. Giulia Treu, professoressa del dipartimento di Matematica dell’Università di Padova, sottolinea che il cambiamento è in atto, ma procede lentamente. Progetti come Promys Italia, un programma di studio intensivo organizzato dall’Università di Padova, mirano a coinvolgere studenti talentuosi e motivati. Uno degli ostacoli principali è la percezione comune delle materie scientifiche, spesso considerate difficili e aride. È fondamentale diffondere l'idea che queste discipline racchiudano anche una grande creatività.
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