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GUERRA

Se questi sono bambini...

Francesca Albanese accusa Israele di genocidio a Gaza e l'Italia di complicità

La crisi umanitaria a Gaza: accuse di genocidio e complicità internazionale

La situazione nella Striscia di Gaza continua a destare preoccupazione a livello internazionale, con accuse di genocidio e complicità che scuotono le coscienze globali. Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati, ha recentemente rilasciato dichiarazioni forti e incisive che puntano il dito contro Israele e i suoi alleati, tra cui l'Italia.


Secondo Albanese, la fame che affligge Gaza non è un semplice effetto collaterale del conflitto, ma una strategia deliberata e pianificata dal governo israeliano. L'obiettivo, sostiene, è quello di spingere i palestinesi a lasciare la loro terra, in un processo che Tel Aviv definisce "migrazione volontaria".  Albanese non risparmia critiche alla comunità internazionale, accusando gli Stati Uniti di sostenere il progetto israeliano e l'Italia di complicità. Quest'ultima, secondo la relatrice, detiene una partecipazione significativa nella Leonardo, un'azienda che fornisce armi utilizzate nel conflitto. La responsabilità morale e legale di questi attori internazionali è messa in discussione, sollevando interrogativi sulla loro partecipazione indiretta alle violazioni dei diritti umani.


La relatrice Onu paragona la situazione attuale a Gaza a quella degli ebrei in Europa prima dell'Olocausto, sottolineando la disumanizzazione e la ghettizzazione che i palestinesi stanno subendo. Questo confronto storico serve a mettere in luce la gravità delle azioni in corso e a richiamare l'attenzione su una tragedia umanitaria che non può essere ignorata. In risposta alle accuse, il presidente israeliano Herzog ha dichiarato che Israele è impegnato nel rispetto delle norme del diritto internazionale umanitario, anche in tempo di guerra. Tuttavia, Albanese contesta questa affermazione, sostenendo che non si tratta di una guerra tradizionale, poiché non esiste un esercito palestinese che si oppone a quello israeliano.


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