Cerca

veneto

Una tuta che simula la vecchiaia

Parte la sperimentazione per gli operatori delle case di riposo

Una tuta che simula la vecchiaia

Mettersi nei panni degli anziani per comprendere meglio le loro esigenze: questa l’idea alla base di un progetto innovativo che ha coinvolto la casa di riposo Padre Kolbe di Pedavena, nel Feltrino.

Per tre settimane, gli operatori del centro hanno indossato una speciale tuta sensoriale, studiata per replicare le limitazioni fisiche, motorie e percettive tipiche dell’invecchiamento, offrendo così un’esperienza concreta delle difficoltà legate alla terza età. Il supporto tecnologico utilizzato è un simulatore di vecchiaia, capace di restituire in modo realistico le sensazioni e le limitazioni di chi invecchia.

Questo strumento fa parte del progetto immersivo “Senior Experience”, proposto dall’azienda Essity, leader nel settore dell’igiene e della salute, in collaborazione con Tena, brand specializzato nella gestione dell’incontinenza e nella cura degli anziani. L’obiettivo principale è potenziare l’empatia degli operatori e migliorare la qualità dell’assistenza rivolta agli ospiti affetti da incontinenza. Il sistema Gert, acronimo di Gerontologico, rappresenta il fulcro di questa esperienza formativa, che si propone di sensibilizzare e formare il personale attraverso un percorso coinvolgente e toccante.

Indossando il simulatore, gli operatori hanno potuto sperimentare in prima persona azioni quotidiane apparentemente semplici come camminare, salire le scale, allacciarsi le scarpe, raccogliere un oggetto da terra, scrivere, conversare o bere un caffè. Tuttavia, queste attività si sono rivelate impegnative, faticose e talvolta frustranti, portando a profonde riflessioni e a una maggiore consapevolezza delle difficoltà degli anziani. nnSilvan Lira, educatore professionale di Casa Padre Kolbe, ha espresso grande soddisfazione per questa iniziativa: "Per noi è stato più di una semplice formazione. È stata un’occasione concreta per mettersi nei panni dei nostri residenti e percepire le loro fatiche quotidiane".

L’esperienza ha rafforzato la convinzione che solo vivendo certi limiti sulla propria pelle si possa cogliere appieno il valore dell’assistenza e della vicinanza. "Iniziative come questa non solo migliorano le competenze tecniche, ma rafforzano anche quelle relazionali, che sono il cuore del nostro lavoro di cura", ha concluso Lira. 

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400