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fisco e caro vita

Tasse celate, conto da 20mila euro

In Polesine una famiglia media paga oltre 10mila euro di Irpef. Cgia: “Partite Iva più insofferenti”

Tasse celate, conto da 20mila euro

Ventimila euro di tasse a famiglia, ma nel 90% dei casi si tratta di imposte “nascoste”. E’ questo l’incredibile conto fatto dalla Cgia, sulle tasse in capo alle famiglie venete.

“In oltre nove casi su 10 - dice infatti l’Ufficio studi della confederazione degli artigiani mestrini - le tasse e i contributi pagati anche dalle famiglie dei lavoratori dipendenti del Veneto vengono prelevati alla fonte, ovvero sono defalcati dalla busta paga lorda o sono inclusi negli acquisti quotidiani di beni e di servizi. Stiamo parlando - spiegano - di tasse prelevate ‘alla fonte’ (Irpef o contributi Inps) o ‘nascoste’ (come Iva e accise). Solo in poco meno di un caso su dieci, l’operazione avviene consapevolmente, vale a dire per mezzo di un pagamento cash, online o a uno sportello bancario-postale”.

Per la Cgia quest’anno il peso fiscale complessivo che grava su una famiglia veneta composta da due lavoratori dipendenti con un figlio a carico è di 20.231 euro.

Il conto è presto fatto: tra tasse prelevate alla “fonte” (ritenute Irpef, contributi previdenziali e addizionali Irpef) il gettito è pari a 12.504 euro (il 61,8%). Se aggiungiamo quelle “nascoste” (Iva sugli acquisti, accise, contributo al Sistema sanitario nazionale dall’Rc auto, imposta Rc auto, canone Rai, e quant’altro), nelle casse dello Stato finiscono altri 7.087 euro (pari al 35%). In altre parole, l’importo complessivo sottratto dalla busta paga lorda di questi due coniugi è pari a 19.591 euro (il 96,8% del prelievo totale). Pertanto, la coppia presa in esame deve “estrarre” fisicamente dal portafoglio poco meno di 640 euro all’anno di tasse “manifeste” (bollo auto e Tari) che ha una incidenza sul totale praticamente irrisoria (il 3,2%).

Per la Cgia, in provincia di Rovigo sono 97.281 i contribuenti con reddito da lavoro dipendente, a cui si aggiungono 69.376 pensionati, mentre i lavoratori autonomi sono 7.324 e 8.010 polesani vantano un reddito da partecipazione, per un totale di 180.739. Lo scorso anno, sono stati 151mila i polesani soggetti a Irpef: tutti insieme, hanno pagato 710 milioni di euro di imposta netta. Di questi, in 143mila hanno dovuto pagare anche l’addizionale regionale, per altri 45 milioni di euro complessivi, e 139mila hanno versato l’addizionale regionale di 28,6 milioni totali. Per un’Irpef complessiva di 784 milioni 685mila euro. Diviso per 151mila persone, parliamo di 5.291 euro a contribuente: per la nostra “famiglia tipo” di due persone, 10.582 euro prelevati soltanto per l’Irpef.

Nell’elaborazione della Cgia, il prelievo effettuato con il sostituto di imposta dà luogo a un rapporto tra il fisco e i lavoratori dipendenti molto diverso da quello intrattenuto dai lavoratori autonomi che, per loro natura, sono chiamati a pagare in misura consapevole la gran parte del proprio carico fiscale: ciò determina nel cosiddetto popolo delle partite Iva un’insofferenza nei confronti delle tasse molto superiore a quella manifestata dai dipendenti. E questo lo si avverte soprattutto nel Veneto che da sempre è una terra di piccoli imprenditori e di partite Iva.

Infatti, nel momento in cui il contribuente deve fare un bonifico o recarsi in banca per pagare l’Irpef o i contributi previdenziali - segnala la Cgia - “psicologicamente percepisce maggiormente il peso economico di questi versamenti rispetto a chi subisce il prelievo direttamente dalla busta paga. Nel momento in cui mettiamo mano al portafoglio, invece, prendiamo atto dell’entità del pagamento e di riflesso si ha contezza del peso (eccessivo) del fisco. Diversamente, quando le imposte e i contributi vengono riscossi alla fonte, l’operazione è ‘astrattamente’ meno dolorosa, perché avviene inconsapevolmente”.

“Certo - convengono dalla Cgia - qualcuno potrebbe obbiettare che proprio per questo tra gli autonomi la propensione ad evadere il fisco è maggiore che tra i dipendenti”. Questo è vero, ma solo in piccola parte, secondo gli artigiani mestrini. “Ricordiamo - dicono - che l’Irpef, pur essendo l’imposta che garantisce il maggior gettito per l’erario, incide sulle entrate fiscali complessive ‘solo’ per il 30% circa. Questo vuol dire che sul restante 70%, la possibilità di evadere può essere imputata a tutti i contribuenti”.

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