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Tra i migranti “nel segno di Amine”

Il gruppo rodigino ha dedicato la missione al 22enne ucciso in piazza Matteotti “nell’indifferenza”

Tra i migranti “nel segno di Amine”

Una missione “dedicata ad Amine Gara”, il 22enne di origini tunisine che ha perso la vita nella notte tra sabato 19 e domenica 20 luglio in piazza Matteotti, ucciso con una bottiglia rotta. “Non si può morire così, non si può morire a 22 anni, non in mezzo a una piazza nell’indifferenza assoluta”: a dirlo è Mediterranea Rovigo, che ha dedicato a Gara l’iniziativa con cui, mercoledì scorso, il gruppo Fornelli resistenti ha portato a Trieste “200 pasti caldi, indumenti, scarpe, sacchi a pelo, zaini, farmaci” ai migranti della rotta balcanica.

“E’ stato importante esserci. Ma esserci proprio adesso, in questi giorni di dolore e di rabbia, ha avuto un significato ancora più profondo”, dicono dal gruppo rodigino. “Di fronte a tutto questo - dicono da Mediterranea - noi abbiamo scelto di distribuire amore. Mentre in tante e tanti continuano a vomitare parole violente, noi costruiamo ponti. Mentre si cerca un nemico da odiare, noi tendiamo una mano. Perché c’è una parte della città che è viva e resistente e che continua a credere nella solidarietà, nella cura e nella responsabilità collettiva. Perché una comunità degna di questo nome deve essere coesa, deve garantire la sicurezza di tutte e di tutti, deve fornire servizi, deve includere. E deve, soprattutto, difendere la dignità di ogni persona, a prescindere dal colore della pelle e dalla storia che porta addosso”. “L’impoverimento culturale cui stiamo assistendo - concludono dal gruppo - ci sta dividendo, ci sta svuotando come esseri umani. E quando muore un ragazzo, così, è un fallimento per tutti. Nessuno può voltarsi dall’altra parte. Nessuno può sentirsi assolto”.

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