VOCE
sanità e salute
29.07.2025 - 17:20
La minaccia del virus West Nile si fa sempre più concreta, con sei vittime registrate nel Paese dall'inizio dell'anno e misure restrittive che coinvolgono diverse province. Il Centro nazionale sangue ha annunciato limitazioni temporanee alle donazioni di sangue in 31 province italiane, tra le quali il Polesine, ma anche Padova, Treviso, Venezia, Verona e Udine.
Per garantire la sicurezza delle trasfusioni, sono state adottate misure specifiche. Tra queste, l'effettuazione del test Nat (test di amplificazione degli acidi nucleici) per individuare il virus nel sangue dei donatori. In alternativa, è prevista una sospensione temporanea di 28 giorni per chiunque abbia soggiornato anche solo una notte nelle aree colpite durante la stagione 2025. Per chi proviene da Stati Uniti e Canada, le restrizioni sono valide per tutto l'anno, senza limitazioni stagionali. Queste misure mirano a prevenire la trasmissione del virus attraverso il sangue donato, proteggendo così la salute pubblica.
Il virus West Nile non è una novità. Isolato per la prima volta nel 1937 nel sangue di una donna in Uganda, prende il nome dal distretto West Nile. Tuttavia, la sua diffusione in Italia, e in particolare nel Nord Est, non è più un evento sporadico. I sintomi del virus possono variare da lievi a gravi, con febbre, mal di testa, dolori muscolari e, nei casi più severi, sintomi neurologici come confusione e convulsioni. È fondamentale riconoscere i sintomi precocemente per garantire un trattamento tempestivo.
Dall'inizio dell'anno, il virus ha causato sei vittime in Italia. Dopo un decesso in Piemonte, altri cinque morti si sono verificati tra Lazio e Campania. Tra le vittime, un uomo di 74 anni di Pomigliano d'Arco, deceduto all'Ospedale del Mare di Napoli, e un uomo di 86 anni a Latina, entrambi con condizioni di salute già compromesse. Questi casi sottolineano la gravità della situazione e la necessità di misure preventive efficaci.
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