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orrore sotto le torri

Tutti convalidati i fermi

Carcere per entrambi i pakistani

“Il saluto, poi quelle bottigliate”

Altri tre fermi convalidati, dei cinque disposti dalla Procura di Rovigo - ed eseguiti dalla squadra mobile della nostra questura - a carico dei pakistani ritenuti coinvolti nella tragica aggressione avvenuta sabato di 19 luglio sotto le Torri a Rovigo.

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Un raid a colpi di bottiglie rotte che ha ucciso Amine Gara, 22 anni, tunisino, e ferito gravemente un 30enne connazionale, solo di recente dichiarato fuori pericolo, dopo lunghi giorni in gravi condizioni.

I cinque fermi sono finiti all’attenzione di tre giudici per le indagini preliminari differenti, a seconda del territorio nel quale la squadra mobile aveva arrestato i cinque. Due in provincia di Rovigo, due in provincia di Chieti, uno in provincia di Latina. Il giudice di Rovigo, nei giorni scorsi, aveva convalidato i due fermi, in un caso disponendo la custodia cautelare in carcere, nell’altro ritenendo appropriati, come misura cautelare, il divieto di dimora in Polesine e l’obbligo di firma.

Ora, anche la notizia della convalida a parte del giudice del Tribunale di Vasto, per i due pakistani arrestati a Chieti: carcere per entrambi.  I due pakistani, spiega la Procura di Rovigo, "sono indagati per il delitto di omicidio aggravato dalla premeditazione in concorso anomalo ex art. 116, 575, 577 comma 1 n 3) c.p. e per rissa ex 588 c.p, nonché  uno di loro indagato anche per tentato omicidio in concorso ex art. 110, 56,575 c.p. e l'altro  indagato anche per  tentato omicidio in concorso anomalo ex art. 116,56,575 c.p".

Non solo: convalidato anche il fermo del quinto pakistano, dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina.  Anche in questo caso, alla convalida ha fatto seguito il carcere. Si tratterebbe dall'indagato che avrebbe, fisicamente, colpito Amine, provocandone la morte, e ferito anche il tunisino di 30 anni

Tre differenti giudici, quindi, hanno ora vagliato l'indagine della Procura di Rovigo e della squadra mobile, riconoscendone, perlomeno, in questa fase, dal punto di vista dei fermi e delle misure cautelari, la solidità.

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