VOCE
Verso le regionali
29.07.2025 - 22:00
La cinquina c’è. I nomi che il Partito democratico provinciale ha deciso di mettere in campo alle prossime elezioni regionali sono stati decisi nel corso della direzione che si è riunita lunedì sera. I candidati in corsa sono: Michela Valentini, Emanuela Pizzardo, Nicola Zanca, Stefano Borile e Angelo Zanellato. In sostanza, i nomi anticipati alla vigilia dell’assemblea sono stati in larga parte confermati con un posto in lista per Pizzardo, moglie del già consigliere comunale ai tempi di Fausto Merchiori sindaco Dante Buson; il sindaco di Gaiba Zanca; il segretario provinciale Zanellato, il cui mandato alla guida dei dem polesani è in scadenza a fine anno; e Borile, già segretario del Pd lendinarese ed ex consigliere del cda di Polaris.
La comunicazione che arriva dal Pd, a firma dello stesso Zanellato, è all’insegna della diplomazia: “La direzione coglie l’occasione per augurare un buon lavoro a coloro che hanno dato la propria disponibilità per questo importante appuntamento, senza dubbio una grande sfida per tutto il partito. I prossimi mesi saranno impegnativi e sarà necessaria la massima partecipazione, dagli amministratori ai circoli del territorio, per far conoscere la nostra idea di Veneto ed il buon lavoro fatto dalle consigliere e dai consiglieri uscenti. Contestualmente, augura buon lavoro anche al candidato presidente Giovanni Manildo, la cui guida e presenza saranno preziose anche per i democratici polesani”.
Dunque tutto bene? Niente affatto. Perché l’assemblea non è stata caratterizzata dagli stessi toni distesi riportati nel comunicato. Posto che la cinquina di candidati è stata approvata con 22 voti favorevoli contro 11 contrari, con le operazioni di voto tra presenti e collegati virtualmente che hanno dato qualche problema visto che diversi tra i collegati hanno dovuto essere chiamati più volte per ottenerne la preferenza, le contestazioni arrivano soprattutto da chi da quella lista è stato escluso.
Tra i nomi in pole position per entrare in lista, infatti, pareva esserci anche quello di Francesco Biolcati di Rosolina, con un presunto endorsement del segretario regionale dem Andrea Martella; inoltre c’era quello dell’ex sindaco ora vicesindaco di San Martino di Venezze Vinicio Piasentini, la cui candidatura era stata caldeggiata da diversi circoli dem. Anche per lui niente da fare: “La mia candidatura alle elezioni regionali è stata bocciata da una maggioranza di 22 membri contro 11 - ha commentato ieri Piasentini - Un terzo del partito e 15 circoli della provincia non avranno così nessun rappresentante nella lista. Non è una novità e non sono sorpreso. Sono schifato e molto rattristato perché ancora una volta un gruppo ristretto e fuori dal mondo (Romeo, Zanellato e pochi altri) tiene in scacco il partito e si prodiga unicamente per stroncare chiunque non si adegui al loro volere. Non sono metodi lontanamente accettabili e rispettosi delle basilari regole di conduzione democratica e normale di un’organizzazione complessa e articolata quale un partito”.
Più caustica la reazione di Stefano Dall’Aglio e Manuel Berengan del gruppo Generazioni interno al Pd, che sostenevano Piasentini: “Un disastro preannunciato”, esordiscono i due dem per poi esprimere “enorme rammarico, rabbia e delusione per una discussione che non c’è stata sui nomi, e soprattutto per la scelta di escludere (senza alcun giustificato motivo) la persona di Vinicio Piasentini. Se siamo tutti d’accordo nella necessità di ogni candidato nell’apportare quanti più voti possibili alla lista, la domanda è: perché scegliere una lista debole, non condivisa e non rappresentativa del territorio?”. Il gruppo infine pone un tema che è stato affrontato anche durante l’assemblea, in particolare da Giorgia Businaro, e che riguarda il segretario Zanellato: “Riteniamo - continuano - che sia più che doveroso dimettersi prima di candidarsi, per rispetto di tutto il partito e degli altri candidati. Non ci siamo abituati, ma è necessario correre ad armi pari: candidato al consiglio regionale e segretario provinciale non sono posizioni incompatibili, ma sicuramente inadeguate”.
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