Cerca

giacciano con baruchella

“Saremo un centro importante”

“Zona industriale ferma, ma boom dell’immobiliare. E il nostro Comune è in salute”

“Saremo un centro importante”

Amministrare un Comune di poco più di 2.300 abitanti, che racchiude in sé tre realtà distinte - come Giacciano, Baruchella e Zelo - è una sfida complessa. Ma Natale Pigaiani, storico sindaco, ormai alla sua quarta legislatura, lo fa con lo spirito concreto di chi conosce profondamente il territorio e la sua gente.

Sindaco, come sono i cittadini di Giacciano con Baruchella?

“Sono persone rispettose delle regole, gente laboriosa, con imprese storiche che resistono nonostante le crisi. Gente squisita, davvero”.

Quanto pesa essere un piccolo paese all’estremo confine occidentale del Polesine?

“Con 2.300 abitanti dobbiamo fare i conti con economie ridotte, ma storicamente il nostro Comune ha sempre avuto i bilanci a posto. Abbiamo fatto una scelta importante, installando un apparecchi di controllo di velocità che, pur criticato, ha portato frutti. E quello che incassiamo lo investiamo nella sicurezza stradale”.

Il Canalbianco caratterizza il territorio. Può davvero essere la carta in più per lo sviluppo?

“Abbiamo un attracco turistico da vent’anni. Due barche passano ogni settimana: si fermano il martedì e ritornano il giovedì. Quello che arriva qui è un turismo di qualità, anche estero, che ha creato un piccolo indotto per bar e negozi. Però non capisco perché Zelo non sia mai stato inserito nei circuiti turistici regionali”.

Zelo è nota per la base militare. Che impatto ha avuto per il vostro territorio?

“Inizialmente ci furono polemiche, anche perché la base è in territorio di Ceneselli, allora amministrazione di sinistra, mentre noi eravamo di centrodestra. Ma poi fu accettata: portava famiglie italiane, bambini, lavoro. Quando ha chiuso, l’assenza dell’indotto si è sentita. Sono rimaste qui solo alcune famiglie, in particolare gli anziani avieri”.

Nel Dna del paese è rimasto qualcosa di bolognese, visto che tra i fondatori c’era la famiglia Bentivoglio?

“Sì. Il paese fu fondato nel 1600 con l’arrivo della famiglia Bentivoglio, che portò gente da Bologna per fare la bonifica. Specialmente a Zelo questa eredità si sente ancora, nella mentalità e nell’approccio”.

E dal punto di vista economico?

“Storicamente il nostro è un paese fondato sull’agricoltura. Negli anni ’60 e ’70 sorsero la cantina sociale e la cooperativa ortofrutticola, poi sono nate piccole imprese e l’artigianato, che ha retto fino a un certo punto. Ma il vero punto di svolta è stato con la realizzazione del centro commerciale Faro”.

Non siete lontani dal polo logistico di Amazon. Ne avete sentito i benefici in qualche modo?

“Direttamente no. La nostra area industriale è ferma. Ma a livello immobiliare sì: con Amazon le case in affitto sono sparite, alcune sono state acquistate. Un segnale positivo”.

Ma ha senso oggi mantenere Comuni così piccoli o sarebbe meglio una fusione?

“Sono sempre stato contrario alle fusioni. Ognuno ha le sue peculiarità, ed è giusto che vengano mantenute. Mettendosi insieme non si risparmia, anzi: spesso si raddoppiano le spese. La nostra realtà cammina da sola, e cammina bene”.

Come vede il suo Comune tra dieci anni?

“Se continua su questa strada, diventerà un centro importante dell’Alto Polesine”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400